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Se l’'intuizione, e la conseguente ipotesi sui mutamenti quantici degli elettroni, fosse fondata (e per me lo sarà fino a quando una verifica sperimentale non ne riconosca l'infondatezza) tali mutamenti sarebbero un "linguaggio" il quale comunica, tramite le informazioni quantiche da quei mutamenti prodotte con il nucleo del loro atomo o molecola e con tutti gli elettroni di coppia, in ogni angolo dell'Universo dove essi si trovino statisticamente nell'istante t in cui tali informazioni sono state "formulate".
Inducendo in tali elettroni lo stesso mutamento quantico e la stessa configurazione dell'elettrone di partenza.
Ed inducendo perciò nella realtà di quell'elettrone di coppia, quale che essa sia in ogni parte dell'Universo, un fenomeno di sincronicità, un evento REALE.
Il quale potrebbe essere un granellino di sabbia per rotola per un millimetro lungo un pendio sabbioso di un cratere lunare o una pietruzza che si sposta in un anello di Saturno o un bagliore nella cometa Halley ovunque essa si trovi in quell'istante nell'Universo.
Oppure il sospiro di una fanciulla innamorata o un sogno transferale che nessuno ricorda e nessuno capisce oppure un piccolo mutamento in un elettrone delle ceneri di J. L. Borges, il visionario, che con i racconti dell'Aleph (per citarne solo uno dei tantissimi) ha visto simbolicamente, lui cieco ed "anticomunista"*, più di ogni altro vedente.
(*) Come simbolo che rappresenta ben altro.
(scritto il 18/6/25)