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L'OVVIO:

Non esiste coscienza  nč vita senza le informazioni genetiche del proprio Sč.

Non esiste corpo nč vita senza le informazioni genetiche del proprio  DNA.

Nel secondo caso non c'č nulla da dire.

Nel primo caso il cervello con la sua potenza elaborativa, sospinto dall'istinto di sopravvivenza di specie ed individuale, s'arrabbatta come puņ.

Č nasce, a causa dell'imprinting infantile, l'individuo da sč dissociato.

La cui coscienza cerca di sopravvivere  grazie alle false informazioni del falso sč con le quali quell'imprinting ha infestato ed infettato la piccola ed indifesa  coscienza.

Ma quelle false informazioni (le protesi del primo tipo) non sono sufficienti a garantire quella sopravvivenza.

Ed allora soccorrono le protesi del secondo tipo, le dipendenze psichiche.

Le quali garantiscono un minimo di possibilitą di sopravvivenza all'individuo:Il marito userą la moglie come madre fantasmatica e la moglie userą il marito come padre fantasmatico.

E lo chiameranno amore.

Tanto per cominciare.

E se non basta, e non basta mai, subentrano i figli da utilizzare come protesi aggiuntive e stampelle di sostegno delle nostre carenze, dei nostri vuoti psichici.

E se questi vuoti sono addirittura mostruosi (e sapientemente occultati dall'adattamento secondario) č necessario a quell'equilibrio folle che quei figli nascano con gravi patologie inabilitanti:Č sufficiente per  quei vuoti che essi siano vivi ed a quei vuoti mostruosi parentali possano fare da stampella.

Oppure che abbiano residuali barlumi di coscienza:Ed č l'autismo.

Ed ancora non basta.

Faranno da protesi, da stampelle, gli oggetti, il lavoro, altri esseri/oggetti  fantasmatici e cosģ via.

E siccome nemmeno quello basta a quelle false informazioni del falso sč ad esse faranno da stampelle virtuali anche gli organi e le loro funzioni SVILUPPANDO PATOLOGIE SIGNIFICATIVE e RAPPRESENTATIVE: Le protesi del terzo tipo.

Ed infine, come se tutto ciņ non bastasse,  il Sč, disperato e castrato,  si incarna in una qualche patologia oncologica ed attende dalla medicina un impossibile salvamento.

Medicina che potrą salvare talora l'individuo dal suo cancro ma non potrą salvare il suo Sč castrato.

Il quale continuerą ad urlare la sua tragedia.

Che č la tragedia infinita di questa nostra specie animale che rifiuta inconsapevolmente, TENACEMENTE e follemente  la propria ANIMALITĄ.

Trasformandola perciņ in BESTIALITĄ.

E trasformando il dono, seppur parziale e limitato,  del pensiero in attrezzo di morte e di massacro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

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