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17/2/05 Iniziazioni

17/2/05 Il narciso è un ben strano fiore.

16/2/05 Conoscenza di sè e conoscenza dell'ambiente reale

15/2/05 Ancora sulla obesità.

 15/2/05 L'obesità

15/2/05 Il vecchio ed il nuovo

15/2/05 Dall'identificazione alla individuazione.

13/2/05 Massificazione delle coscienze e bisogno di individuazione.

13/2/05 Droghe tecnologiche e droghe chimiche.

4/2/05 Discorso sul metodo (ma qui Cartesio non c'entra assolutamente nulla).
1/2/05 Nexus

1/2/05 La nascita del conflitto intrapsichico basale

29/1/05 Impedire la crescita

29/1/05 Imprinting

 29/1/05 Il mutamento della coscienza

24/1/05 Il comportamento per imitazione.
22/1/05 Mozart
25/4/05 Le coazioni a ripetere
20/1/05  I comportamenti compulsivi

20/1/05 Forme della percezione

20/1/05 La coscienza ed i simboli
19/1/05 Il gatto ed il merlo.
19/1/05 Linguaggio

18/1/05 La Persona

18/1/05 L'azione reattiva 2
15/1/05 L'azione reattiva 1
14/1/05 Dal simbolo del toro al simbolo del cavallo.

12/1/05 Coscienza animale e coscienza umana

2/1/05 Il nuovo microscopio
Sogno 3/2/05:

Sogno del 9/1/05

1/1/05 Sessualità e comunicazione
11/1/05 Polarizzazione dell'attenzione della coscienza sull'oggetto ed eterogoverno della coscienza da parte dell'oggetto target della proiezione.
 
 

11/1/05 Polarizzazione dell'attenzione della coscienza sull'oggetto ed eterogoverno della coscienza da parte dell'oggetto target della proiezione.

Se un contenuto inconscio si proietta sull'oggetto esterno all'individuo  l'attenzione della coscienza viene polarizzata su quest'ultimo.

La conseguenza sarà nei casi più evidenti:Si è fissato su........, è ossessionato da.........., ha paura di........., non può fare a meno di .........,ecc.

A causa di quelle proiezioni ed a causa di questa polarizzazione l'oggetto assume un potere di eterogoverno sulla coscienza stessa.

Di fatto l'oggetto target delle proiezioni viene messo in condizione dall'individuo stesso di "comandare", attraverso le induzioni di comportamento, sulla sua coscienza.

Se l'oggetto esterno è un abile comunicatore la coscienza verrà perciò costantemente pilotata (e l'individuo ovviamente con essa) da quel comunicatore.

Come "l'incantatore" che induce il serpente a seguire  passivamente il movimento del suo flauto così il comunicatore abile, che abbia preventivamente saputo polarizzare su di sé l'attenzione della coscienza e le proiezioni sottostanti, aziona il comportamento e le idee dell'individuo inconscio.

Ne manipola a sua piacimento la volontà.

La favola del flauto magico e dell'incantatore di topi è questo che vuole dirci.

E' su questo terribile meccanismo di dipendenza inconscia che vuole metterci in guardia.

La soluzione a questo problema di dipendenza inconscia e di affievolimento della volontà e della capacità di autonoma scelta è la depolarizzazione della coscienza.

Cioè spezzare il duplice legame che lega la psiche dell'individuo all'oggetto target, cioè fornire all'individuo una alternativa, cioè far "pensare ad altro".

Il massimo di quella possibilità di depolarizzazione è ovviamente polarizzare l'attenzione della coscienza sulla funzione onirica (cosa che è tra l'altro uno compiti "istituzionali" della coscienza).

Sono ammessi ovviamente tra l'obiettivo minimo e l'obiettivo massimo ogni tipo di passaggio  terapeutico intermedio.

Lo scopo si raggiunge fornendo alla coscienza informazioni sul Sé al fine di riorientare la polarizzazione distaccando insieme le proiezioni dall'oggetto e la polarizzazione su di esso.

 

11/1/05 Sessualità e comunicazione

In  molte specie animali le uniche forme di comunicazione intersoggettiva che si conosca sono le forme  di comunicazione che precedono l'accoppiamento, vale a dire il corteggiamento.

Una forma di comunicazione che è finalizzata ad una forma di comunicazione estremamente più intensa, la sessualità, nella quale la comunicazione raggiunge il massimo della sua intensità con il trasferimento delle informazione genetiche dal maschio alla femmina.

Il più alto ed il più intenso livello di comunicazione che si conosca in ogni specie vivente.

La sessualità è perciò trasferimento di informazioni.

Software allo stato solido.

Questa caratteristica della sessualità come fatto di comunicazione è presente in ogni specie vivente ed ovviamente anche nella specie umana.

E sottrarre questa enorme potenzialità comunicativa alla sessualità volendola limitare ad un semplice evento riproduttivo significa coartare in modo artificioso una fondamentale funzione naturale.

E' perfino possibile pensare che ogni forma di comunicazione conosciuta nelle sue varie fasi evolutive fino a quella particolarmente articolata della comunicazione umana sia una evoluzione , una articolazione verso forme via via più complesse di quella forma apparentemente più elementare (ma non per questo meno importante) che era e che è la comunicazione sessuale.

Con le forme di sessualità nelle quali è indispensabile l'incontro di individui di sesso diverso della stessa specie nasce la comunicazione intersoggetiva.

Nasce cioè la comunicazione.

E da qui si sviluppa nel tempo  e nelle varie specie una pluralità di livelli, una ricchezza di articolazioni possibili che ha portato la comunicazione alla ricchezza di livelli , di contenuti e di articolazione attuale.

 

Sogno del 9/1/05

Cammino lungo una strada provinciale e mi accuccio sul bordo della strada per fare un bisogno.Mentre sto accucciato mi passa accanto un camion enorme che stringe sempre di più e praticamente mi blocca contro una specie di torretta metallica.Poi per fortuna si ferma.Scende l'autista per fare non so cosa ed allora lo avviso della mia posizione.Mi da una mano per uscire fuori da questa scomoda posizione nella quale mi sono trovato.Il camion trasporta un toro.L'autista mi invita ad uscire da sotto il cassone rapidamente per evitare che se il toro dovesse fare la pipì mi lava tutto.Mi dice che un giorno che uno che trasportava mucche che stava facendo una cosa sotto il camion.Ad un certo punto queste mucche si sono messe ad orinare tutte insieme e lo hanno lavato.Esco da questa posizione scomoda.Vado in questo paesetto per fare colazione e hanno focacce curiose ed appetitose.Entro in un bar e ne ordino una.Preparano la focaccia mettendole dentro un altro pezzo di focaccia tipo colomba pasquale e mi chiede 10 euro.

(Il sogno ripropone il periodo in cui il mancato riconoscimento del Sé da parte della coscienza aveva "stretto in un angolo" finchè, grazie anche all'aiuto della terapia (l'autista del camion), è stato superato l'impasse ed iniziato il successivo periodo della comprensione dei simboli;

I simboli:

Il camion con il toro dentro=l'inconscio con i contenuti dell'intero Sé;

La pioggia di urina=gli effetti patologici nel breve o nel lungo periodo dell stato di dissociazione;

La focaccia con dentro un pezzo di un'altra focaccia= il simbolo ed il suo significato;)

(Il simbolo del Toro (e quando si tratta di questo simbolo il richiamo a J.J. Bachofen è d'obbligo)di cui al sogno viene comunemente interpretato con riferimento alla sessualità.

E', ritengo, una interpretazione troppo riduttiva, troppo parzializzante del simbolo.

Ritengo più corretto, anche perché in questo senso mi induce l'intuizione interpretativa, che il toro in quel sogno rappresenti il Sé cioè la totalità dell'essere e non solamente la sessualità (che di quella totalità è solo una parte))

 

Sogno 3/2/05:

Stiamo facendo un picnic in un posto suggestivo.Al di là di un muretto, forse un portico, c'è un prato e poi una profonda forra ai piedi di una parete rocciosa .Stiamo là.Poi non so se c'è un terremoto o cosa e da una parte viene fuori un grosso fiotto di acqua (e da un'altra parte mi fare un fiotto di lava).L'acqua un po' alla volta riempie questa forra profonda che diventa una specie di laghetto.Io osservo sta scena con i bambini stando nel portico mentre CC. ed altri stanno fuori sul prato al di là del muretto.Ad un certo punto mi accorgo che nel laghetto affiora la parte di un grosso strano animale.Lo faccio vedere agli altri.Infine questo animale si mostra ed è un enorme drago che afferra per la camicetta M cercando di trascinarla nell'acqua.Allora interveniamo per strappargliela dalla bocca e tiriamo fino a che riusciamo a cavargliela via.

(Sui simboli "l'acqua", "la lava" , "la forra", "il drago", ecc.

La lava è materiale terrestre allo stato fluido che contiene in sé pressoché tutti gli elementi chimici.A seconda della pressione o della temperatura alla quale solidifica dà origine quasi a tutti i tipi di rocce della terra.

E' perciò una "totalità indifferenziata".

Essa qui rappresenta uno dei due contenuti "informativi" del processo di crescita che ove non riesce ad integrarsi nella coscienza satura dei propri contenuti l'inconscio (la forra).

Insieme all'altro componente del processo e cioè la libido (l'acqua), l'energia vitale del Sé.

Questi due componenti rifiutati dalla coscienza, che ben presto saturano l'inconscio, per un processo che si potrebbe ben definire di tipo alchemico si fondono trasformandosi nel .....grande drago.

Cioè nei contenuti non integrati dell'inconscio potenzialmente pericolosi.

 

 2/1/05 Il nuovo microscopio

Dopo quattro anni di lavoro interpretativo sui miei sogni e sui sogni di altri riporto alcune delle osservazioni, interpretrazioni ed intuizioni sviluppate nel corso del quinto anno di lavoro.

Facendo questa metaforica premessa:

Un gruppetto di ricercatori si alterna nella osservazione al microscopio di un complesso preparato in un vetrino.

Osservano e prendono appunti per anni ed alla fine di quel preparato viene data una descrizione assolutamente esaustiva.

Proprio parrebbe non esserci più nulla da capire, più nulla da descrivere.

Ma uno dei ricercatori ha l'idea di dotare il microscopio di una lente più potente.Ed osservando lo STESSO preparato di prima attraverso la nuova lente dello STESSO microscopio fornisce del preparato una descrizione diversa, più completa, con maggiori dettagli.

Che gli altri ricercatori continuando l'osservazione con la vecchia lente non vedono e non possono vedere.

Perciò quel ricercatore viene accusato di essere un visionario, un cacciaballe, un allucinato, un delirante.

Il nostro ricercatore non se ne cura e procede nella sua ricerca.

E ha l'idea di dotare ora quel microscopio di una lente ancora più potente.Detto fatto prosegue l'osservazione e scopre particolari e dettagli inimagginabili che puntualmente descrive.

Particolari e dettagli che inevitabilmente vede solo lui.

E giù altre accuse di visionario, di allucinare una realtà inesistente e via di questo passo.

Inutile è l'invito del ricercatore agli altri ricercatori di dotarsi anche loro di una lente più potente di quella in dotazione al microscopio. Inutili i suggerimenti su come fare per costruirsela.

A quei ricercatori basta ed avanza la lente in dotazione.Basta ed avanza quello che già sanno.

E null'altro vogliono sapere in più.

Null'altro vogliono vedere di più di quello che già hanno visto e rivisto mille volte.

E' evidente che giunti a quel punto la strada del ricercatore che ha avuto l'idea di cambiare le lenti e la strada degli altri ricercatori inevitabilmente divergono.

Il primo rappresenta il futuro della vita con le sue inarrestabili prospettive mentre gli altri rappresentano, malgrado loro, il passato, la paura del nuovo, la paura del mutamento, la stasi, la cristallizzazione, la mummificazione, la morte.

 

12/1/05 Coscienza animale e coscienza umana

La coscienza puramente animale (che coincide con la coscienza dell'individuo inconscio) percepisce attraverso i sensi l'APPARENZA DELLA REALTA'.

Cioè la realtà cosiddetta sensibile , la realtà così come percepibile dai sensi.

Quel tipo di coscienza ignora (non essendo attrezzata per comprenderlo) il SIGNIFICATO della realtà umana.

Così come il gatto non si pone domande circa il senso di ciò che vive così molti esseri umani non si pongono analoga domanda.

Ed è ovvio.

Quelle coscienze possono funzionare solo in quel modo.Riescono solo a percepire l'apparenza della realtà, la realtà sensoriale.

Diversamente dal gatto (e meno male !) si danno della loro realtà spiegazioni solo razionali, solo unidirezionali.

Quando invece l'inconscio comincia a fecondare con i suoi simboli e con i suoi significati QUELLA STESSA COSCIENZA il campo di visione comincia ad allargarsi.

Ed un nuovo mondo, prima invisibile alla mente, comincia ad affiorare.

E si comincia a capire il senso dei simboli, il senso degli eventi, il senso della vita.

Il grande miracolo della evoluzione è questo:

LA STESSA COSCIENZA CHE PRIMA FUNZIONAVA IN MODO PRESSOCHE' IDENTICO A QUELLA DEL GATTO COMINCIA A SCOPRIRE LA SUA PECULIARITA' DI COSCIENZA UMANA. 

14/1/05 Dal simbolo del toro al simbolo del cavallo.

Il simbolo del toro rappresenta nei sogni il Sé selvaggio, il Sé animale prima che subisca la trasformazione che ad esso imprime il processo di crescita psichica.

Rappresenta un Sé che come ha come uniche forme di espressione la forza bruta da un lato e la sessualità dall'altra.

Il sacrificio rituale del toro in certe antiche culture (o in certe vetero culture come quella spagnola delle corride) vuole rappresentare il processo di trasformazione che il toro (il simbolo del Sé) deve subire nella direzione della crescita.

Un processo di trasformazione che porta quel simbolo a trasformarsi nel simbolo del .... cavallo.

Anche quest' ultimo simbolo rappresenta il Sé animale ma a differenza del toro esso ha già subito il percorso di "addomesticamento", il processo di trasformazione.

Non a caso nel sogno di oggi per cavalcare il cavallo è necessaria una sella adatta.

Una nuova coscienza che abbia integrato il modello del Sé e che perciò possa far "cavalcare" cioè guidare, secondo le necessità della vita, l'individuo.

 

15/1/05 L'azione reattiva 1

Il bisogno del soddisfacimento IMMEDIATO dell'impulso della coscienza alla azione REATTIVA può essere talmente potente (e talmente cieco e talmente ottuso e talmente stupido e talmente irragionevole) da non tenere in alcun conto del fatto che quella azione reattiva potrebbe essere potenzialmente autodistruttiva per l'individuo (o per il suo gruppo familiare o per la sua nazione o per l'intera specie umana).

Talora quella azione reattiva della coscienza (e dell'individuo), a causa della sua violenza, viene confusa con l'aggressività istintuale.

Mentre invece di quest'ultima è una (ben più pericolosa) emulazione 

18/1/05 L'azione reattiva 2

Il carattere (i caratteri) con il quale ciascuno si rapporta con un determinato ambiente sono il compromesso, il raccordo possibile tra ambiente esterno ed ambiente psichico.

Sono la faccia manifesta dell'adattamento psichico possibile a quel determinato ambiente.

Sono la maschera rigida, la Persona possibile nelle condizioni date.

Ma come ha detto uno studioso della materia:Il miglior carattere possibile è l'assenza di carattere.

Non nel senso di essere nel mondo come una nullità insignificante ma nel senso di essere nel mondo aperto a tutte le possibilità che esso offre senza l'irrigidimento di una armatura difensiva che ha lo scopo di difendere dal mondo quel poco e nulla di sé che l'individuo ha conquistato.

 

18/1/05 La Persona

La Persona è l'insieme delle modalità caratteriali con le quali l'individuo si manifesta, dal punto di vista comportamentale, negli ambienti nei quali vive ed opera.

  

19/1/05 Linguaggio

Il grande problema della crescita psichica ridotto all'osso è tutto quì.

Dare alla coscienza nuove informazioni rispetto a quelle che ha acquisito attraverso un imprinting devastante nel corso dell'infanzia e soprattutto darle in forma simbolica.

Terapeuta ed inconscio del paziente debbono peciò lavorare in sinergia ed in sintonia ed il terapeuta dovrà usare un linguaggio analogo al linguaggio dell'inconscio .

Più spontaneo ed immediato (starei per dire NON pensato) sarà quel linguaggio più esso sarà efficace per il fine terapeutico.

Condizione ineliminabile è che il terapeuta sia veramente cosciente e consapevole di sé.

 

 19/1/05 Il gatto ed il merlo.

Il gatto osserva con aria indifferente da dietro il vetro della finestra il paesaggio innevato.Improvvisamente sul tetto della casa di fronte si poggia un grosso merlo ed anche lui si guarda in giro.

Ed il gatto comincia a comportarsi in n modo strano: Trama tutto, dridrigna  e batte i denti ed emette un curioso miagolio che sembra quasi un cigolare.

E' una rappresentazione di un conflitto intrapsichico del gatto.

Da una parte l'istinto del cacciatore spinge l'animale alla caccia verso l'uccello e dall'altra parte si oppone a quella spinta l'evidente impossibilità di quella caccia.

Dal conflitto nasce la sublimazione dell'istinto.

Che si trasforma in una forma di espressione corporea e vocale.

L'impossibilità di soddisfare l'istinto rende necessario all'organismo un compromesso.

Una mediazione tra il possibile e l'impossibile.

Una trasformazione di ciò che si DOVREBBE fare in ciò che è invece POSSIBILE fare nella condizione data.

L'istinto represso, in quanto impossibilitato ad esercitarsi, si trasforma sublimandosi in una forma di espressione.

Questa cosa è il meccanismo base a causa del quale nascono , negli umani, le proiezioni e non solo.

Il contenuto istintuale dell'inconscio impossibilitato ad esprimersi nella coscienza, a causa dello sbarramento in atto, trova una qualche forma sublimata di espressione.

Le proiezioni, certo, ma anche il comportamento agito, l'ideazione rappresentativa, il sintomo.

Oppure nei casi più gravi il delirio, la psicopatia severa, l'autismo come rappresentazione della impossibilità di esprimere.

Taluni confondendo i gatti con gli esseri umani si illudono che reprimendo la sessualità ciò che è represso sublimi in una forma spirituale "superiore".

Se questo è possibile, in un certo qual modo e nella forma limitata osservata,  solo nei gatti che hanno mezzi di espressione limitati.

Negli esseri umani quella repressione, anche quella forma di repressione, ha invece la possibilità di sublimarsi in una quantità di altri modi di espressione deviata che di spirituale ha poco o nulla. 

 

20/1/05 La coscienza ed i simboli

Il fatto che la coscienza utilizzi i simboli ed il linguaggio simbolico per autorappresentarsi il mondo e le sue parti è dovuto ad una ovvietà.

 (C’è anche un’altra ovvietà da registrare.Tutti sappiamo che in realtà il pensare, il vedere, il sentire emozioni, ecc. è dovuto alla attività cerebrale, alla attività poco conosciuta dei neuroni.Eppure parliamo di psiche.Cioè di una costruzione sovrastrutturale, rispetto al cervello, che non sappiamo se reale o “inventata” dalla coscienza.Non sappiamo cioè veramente se la psiche esiste o se essa non sia un artificio concettuale inventato dalla coscienza che ci consente di conoscere cose che sarebbero altrimenti inconoscibili.Di fatto studiamo lo stesso oggetto, la stessa macchina pensante attraverso tre fonti in apparenza diverse:l’esame neurologico (la fisiologia del cervello), l’esame psichico (la psicoanalisi) e l’esame razionale (la filosofia).E nessuno riesce a mettere insieme i risultati di queste tre analisi in un modello unico.)

La coscienza non può manipolare gli oggetti reali (e quando lo fa, attraverso l’acting-out,  è quasi sempre un sintomo sicuro di patologia mentale latente o manifesta) e perciò manipola al loro posto i simboli che quegli oggetti rappresentano.

E la matematica ci fa conoscere in chiaro una apoteosi di questa capacità manipolatoria dei simboli.

Tanto più la rappresentazione del reale è sintetica (e tanto più è, ovviamente, rappresentativa) tanto più efficiente sarà la capacità elaborativa della coscienza stessa.

Tale maggiore capacità elaborativa sarà dovuta sia al fatto che la coscienza manipola “oggetti” piccoli e poco “voluminosi” sia perché la sinteticità della rappresentazione lascia a disposizione di quella capacità maggiore risorse.

La capacità elaborativa della coscienza dell’idiota non è inferiore alla capacità elaborativa della coscienza di Einstein o di qualsiasi altra mente più o meno dotata.

L’idiota è tale perché la capacità elaborativa della sua coscienza è affannata ed affaticata e soffocata dalla elaborazioni di “oggetti” simbolici estremamente voluminosi che danno a quella coscienza per forza di cosa una rappresentazione estremamente parziale della realtà (oltre che fortemente distorta a causa degli  introietti protesici).

Lo sciocco guarda il dito (anzichè guardare la luna che in realtà quel dito gli sta indicando) in quanto la capacità elaborativa della sua coscienza (soffocata da come si è detto) non gli consente di “vedere” più in là. 

Eppure quella coscienza elabora in modo altrettanto efficace di quella di chiunque altro

20/1/05 Forme della percezione

E' noto che ciascuno costruisce gli strumenti di osservazione in modalità RIFLESSA rispetto alla natura dell'oggetto da osservare.

Detto in un altro modo.

Lo strumento per la osservazione riflette, DEVE RIFLETTERE nella sua modalità di funzionamento , la natura dell'oggetto da osservare.

Nessuno userebbe un martello per osservare le onde elettromagnetiche.

Se la coscienza è in grado di percepire eventi razionalmente spiegabili ed eventi spiegabili secondo una modalità associativa ciò vuol dire che la realtà dei meccanismi di funzionamento della Natura è in parte di natura razionale ed in parte di natura associativa.

Quali siano le modalità di funzionamento di natura razionale (e perciò razionalmente indagabili) ce lo dice per esempio la medicina.

Ma quali sono le modalità di funzionamento di natura associativa (e perciò indagabili solo intuitivamente)?.

La funzione onirica è sicuramente una di queste.

Ma nell'organismo umano ed in genere nella natura è solo quello il fenomeno che funziona con modalità associative?

Parrebbe ciò ben strano.

  

20/1/05  I comportamenti compulsivi

Il rito , i riti affondano le loro radici nella storia dell'uomo.E si ritrovano riti e comportamente rituali in cultura.

I riti esistono ed esistevano perché in molte culture religiose si ritiene e si riteneva che l'esecuzione ripetitiva di taluni comportamenti collettivi (che in talune culture giungevano fino al sacrificio umano) sarebbe riuscita a placare l'ira degli dei o comunque sarebbe riuscita a guadagnare la loro benevolenza.

Il comportamento compulsivo cioè la ripetizione coatta di gesti, comportamenti e pensieri è a tutti gli effetti un comportamento rituale.

In taluni casi come ad esempio nei tic l'individuo non riesce a sottrarsi alla loro esecuzione.

In altri potrebbe con uno sforzo di volontà sottrarvisi ma evita di farlo in quanto sa  che se lo facesse sarebbe sommerso dall'angoscia e dal senso di colpa.

A quale dio sono dedicati questi riti ?

Non lo sa nessuno e meno che mai lo sa l'interessato.

La coscienza dissociata ancora una volta ha inventato, nella logica di mantenere immutato l'equilibrio del sistema individuo, una serie di comportamenti rituali e perciò ripetitivi e perciò sempre uguali a loro stessi.

Con questi comportamenti la coscienza dissociata  tenta di esorcizzare il suo terribile eterno nemico.

"Se ripeterai ossessivamente questi gesti, questi comportamenti l'orribile "diavolo" in agguato dentro di te non si agiterà, non si manifesterà, non metterà in discussione la mirabile perfezione della mia configurazione." .

Ed il malcapitato continua a camminare sulle righe del marciapiedi o ad accuratamente evitarle, continua a fare gesti esorcizzatori con le mani, saltella per evitare di toccare con i piedi le soglie delle porte, si accende la "solita" sigaretta, controlla venti volte che il gas sia chiuso, ecc., ecc.   

25/4/05 Le coazioni a ripetere

 Un individuo è costretto a ripetere coattivamente sempre lo stesso comportamento (anche complesso) il quale può essere perfino autodistruttivo.

Il meccanismo psichico che sta alla base di quel comportamento coatto dovrebbe essere questo:

La coscienza struttura un pattern specifico (una sorta di piccolo sw dedicato) che aziona continuamente quello specifico comportamento.

L'inconscio continuamente lo alimenta energeticamente attivandolo.

Quel pattern viene continuamente energizzato e quindi riattivato dall'inconscio.

Perché ?

Perché quello specifico comportamento complesso RAPPRESENTA qualcosa, SIGNIFICA qualcosa.

E' portatore di un senso.

E' cioè UNA delle forme di espressione possibili di uno specifico contenuto non integrato dell'inconscio che quel determinato comportamento opportunamente rappresenta nel mondo.

E fino a quando quel contenuto inconscio rimarrà inconscio la necessità di esperire quel determinato comportamento (magari autodistruttivo) sarà incoercibile.

E se in qualche modo esso verrà impedito quel pattern si modificherà allo scopo di indurre un DIVERSO comportamento coatto , diverso dal precedente ma con LO STESSO SENSO.

Se si riuscirà a far integrare alla coscienza dell'individuo quel determinato contenuto inconscio il pattern non verrà più alimentato dall'inconscio e quel comportamento coatto (ed il pattern che lo aziona ) un po' alla volta si "prosciugheranno", si atrofizzeranno.

  

22/1/05 Mozart

Al tempo del massimo fulgore creativo di Mozart si verifica una interessante convergenza di eventi.

Si ritrovano nello stesso posto e nello stesso tempo Mozart, il quale ricercava per la sua sfrenata creatività sempre nuove possibilità ed occasioni di espressione, un virtuoso del clarinetto ed un abilissimo costruttori di clarinetti.

E questa convergenza di eccezionali energie creative porta alla invenzione di uno strumento che prima non esisteva:Il clarinetto di bassetto.

Uno strumento che si suona con cinque dita anziché con quattro ed esplora sonorità profonde mai esplorate prima da questo tipo di strumento.

Da queste straordinarie sinergie nasce tra l'altro il Concerto in la maggiore K622 per clarinetto ed orchestra.

Dunque per tornare alla materia che ci intriga da così tanto tempo per creare qualcosa di nuovo (nella  conoscenza in psicoanalisi certo ma direi in ogni campo dell'umano) sono necessarie tre cose.

Una straordinaria forza creativa (e per questo lasciamo fare all'inconscio che se ne intende) uno nuovo strumento che sia in grado di esplorare là dove gli altri strumenti non riescono  (e qui  bisogna lasciare fare ad una intuizione sviluppata) ed un virtuoso dello specifico strumento (e qui subentra la coscienza e la sua capacità elaborativa).

Dalla sinergia di "questi tre" nascono nuove visioni, nuovi concetti, nuove ipotesi, nuove intuizioni.

Si esplorano settori della conoscenza prima inesplorati, si scoprono cose nuove laddove pareva che tutto fosse già conosciuto.

  

 24/1/05 Il comportamento per imitazione.

InI molte specie animali il comportamento per imitazione raggiunge nel movimento sincrono vette altissime.

In particolare nei banchi di certe specie di pesci ma anche per esempio nelle specie ovine e non solo.

Nelle specie ovine accade che il comportamento per imitazione dei singoli individui del branco  sia così assoluto ed acritico che ove il leader del branco precipiti in un burrone anche le altre pecore precipitano con lui non avvertendo, ottuse dal meccanismo imitativo,  il pericolo.

Lo stesso meccanismo è possibile esista anche nella coscienza di certe specie di balene come parrebbe rilevare il fenomeno dello spiaggiamento collettivo che per certi versi assomiglia molto al fenomeno appena descritto relativamente alle pecore.

Da questo meccanismo della coscienza non è esente la specie umana.

Da una serie di comportamenti collettivi (la moda, il culto della personalità, l'intruppamento ideologico, il conformismo e l'omologazione collettiva, certi effetti dei messaggi pubblicitari, ecc.) si può ben desumere che il comportamento per imitazione è presente anche nella specie umana.

Non c'è motivo di non ritenere che il meccanismo psichico di base a livello di coscienza sia diverso nelle varie specie indicate.

Esso prevale in massima misura nelle coscienza inconsce nelle quali la funzione egotica è inesistente o scarsamente sviluppata.

 

 29/1/05 Il mutamento della coscienza

1-Ad indurre il mutamento della coscienza è solo in seconda approssimazione l'informazione del Sé.

Prioritariamente ad indurre quel mutamento è IL MODO con la quale l'informazione viene assunta.

E questo modo è l'intuizione.

Le stesse informazioni assunte razionalmente NON indurrebbero nessun mutamento.

Tutto ciò implica che fornendo all'individuo una comunicazione di tipo simbolico è possibile indurre il mutamento della sua coscienza .

In quanto quella comunicazione simbolica trasformata dalla intuizione in informazione del Sé può essere in grado , grazie a quel medium, di indurre mutamento.

 2- Il mutamento nella coscienza viene indotto quindi quando una comunicazione simbolica (sia che provenga dai sogni sia che provenga dalla realtà) viene "processata" dalla intuizione e trasformata in significato.

Che del risultato di quel processo si sia consapevoli o meno non ha alcuna importanza.

Il risultato di quel processo comunque induce un mutamento nella coscienza.

 

29/1/05 Imprinting

Nel caso dell'imprinting la situazione è diversa.

Le funzioni della coscienza del bambino  alla nascita non sono assolutamente sviluppate (egli vede e sente poco o nulla, prova i desideri fondamentali alla sopravvivenza, si esprime solo con il pianto, ecc.).

Crescendo nel giro di pochi mesi quelle funzioni cominciano a svilupparsi e nel giro di pochi anni esse diventano (se tutto va bene nel corso dell'imprinting) pressochè adulte.

La strutturazione dell'imprinting che opera fin dai primi anni di vita non passa però attraverso il processo di acquisizione delle informazioni di cui si è detto prima.

L'imprinting si impone brutalmente , meccanicamente, alla coscienza sulla base della spinta dell'ambiente infantile.

E' come una grande mano che imprime di forza la sua impronta su della creta morbida.

Non che la comunicazioni dal quale nasce l'imprinting non abbia senso (Ogni forma di comunicazione ha un senso.Ogni comunicazione oltre che a comunicare metacomunica).

Il senso di un imprinting distorto si riesce però a comprendere solo a distanza di anni nel corso di un qualche processo di crescita in consapevolezza.

 

29/1/05 Impedire la crescita

Il modo sicuro per impedire che un processo di crescita spontanea possa attivarsi in un bambino/a è quello di strutturare un imprinting che "dia l'ordine" alla coscienza di inibire lo sviluppo della funzione intuizione.

Bloccando questo sviluppo si blocca ogni possibilità di crescita psichica

 

1/2/05 La nascita del conflitto intrapsichico basale

Appare evidente che esiste nell'inconscio degli individui una forte pressione orientata alla crescita psichica.

Ma appare evidente anche, dagli ultimi sogni, che anche gli inconsci dei  personaggi rilevanti dell'ambiente dell'individuo spingono subliminalmente l'inconscio di quell'individuo verso la crescita.

Riportiamo la situazione all'ambiente infantile.

Da una parte abbiamo l'inconscio del bambino/a fortemente e positivamente orientato a sviluppare nella coscienza il processo di crescita.

Poi abbiamo gli inconsci dei personaggi rilevanti dell'ambito familiare (genitori e quant'altro) che spingono sull'inconscio del bambino nella direzione della crescita (a maggior ragione se quel processo è fallito relativamente agli adulti).

Dall'altra parte , dalla parte della coscienza, c'è invece una comunicazione ambientale che tende a strutturare un imprinting OSTILE, talora ferocemente ostile, alla crescita psichica.

La psiche infantile si trova così stretta tra due potenti pressioni contraddittorie:Una interna potente  (ed anzi innaturalmente rinforzata) che spinge verso la crescita ed una esterna altrettanto potente che cerca , con successo, di impedirla.

Due spinte contraddittorie che inevitabilmente strutturano nella psiche infantile IL CONFLITTO .

Parrebbe allora (ma era evidente anche da prima) che il conflitto intrapsichico non sia una cosa originaria, non sia una cosa naturale,  non sia una cosa inevitabile, non sia una maledizione biblica ineluttabile..

Ove l'ambiente familiare fosse orientato verso la crescita ed i suoi membri avessero percorso il processo di crescita psichica la psiche del bambino NON sarebbe sottoposta a quelle spinte contraddittorie ma anzi la spinta dell'inconscio verrebbe incoraggiata e guidata positivamente dal favorevole ambiente.

 

1/2/05 Nexus

Il NESSO collega tra di loro due "oggetti".

E' un nesso RAZIONALE quando connette una causa con il conseguente effetto.

E' un  nesso INTUITIVO cioè un SENSO, un SIGNIFICATO quando ASSOCIA tra di loro due simboli.

Quindi ciò che COLLEGA, ciò che CONNETTE è sempre un senso comune, un comune significato.

Il NESSO è l'incrocio tra i due anelli della catena cioè ciò che li tiene uniti, collegati.

Trovare NESSI tra cose tra di loro lontanissime tra le quali apparentemente non c'è alcun nesso è uno degli scopi della intelligenza in genere.

Collegare tra di loro e portare ad unità cose distanti (secondo il concetto razionale) ed invece vicinissime sulla base del loro comune significato è il fine della intelligenza intuitiva.

L'intelligenza razionale è ciò che analizza per dividere .

L'intelligenza intuitiva cerca invece di scoprire il nesso, il senso, il significato che unisce, che collega.

E quando essa trova un nesso l'intelligenza razionale riesce allora a distinguere ciò che prima le era confuso.

  

4/2/05 Discorso sul metodo (ma qui Cartesio non c'entra assolutamente nulla).

Immaginiamo che un psicoanalista di grande consapevolezza scrivesse della sua esperienza illustrando tutte i significati e le informazioni  e le intuizione vissute nel corso del suo processo di crescita.

Altri leggono quel libro con attenzione alcuni con tormentosi problemi nevrotici sperando di trovare là qualche soluzione ai loro problemi.

E lettolo tutto alla fine ritrovarsi come prima e per di più delusi e frustrati.

Ma come mai che avendo acquisito la conoscenza delle stesse informazioni che hanno reso possibile i mutamenti della coscienza e la crescita del noto psicoanalista nulla è mutato in loro?.

Il fatto è che le mutazioni della coscienza avvengono si grazie alle informazioni del Sé che essa acquisisce ma soprattutto grazie al METODO con le quali le acquisisce.

Cioè grazie al modo INTUITIVO con le quali esse vengono assunte.

Dire al paziente come stanno le cose è assolutamente inutile al fine dei mutamento che si vuole indurre nella coscienza.

METADIRE al paziente come stanno le cose (e quindi DIRE  alla sua coscienza come stanno le cose) questo sì che induce mutamenti.

Grazie al processo di acquisizione intuitivo delle informazioni la coscienza con quelle informazioni MUTA.

E' perciò il MEZZO, il MEDIUM, ciò che rende fruttuosa ai fini della crescita l'informazione.

Già lo aveva capito MacLuhan:Il mezzo E' il messaggio.

Purtroppo per tutti molto più potente della intuizione un medium tecnologico oggi forma (e Dio solo sa in che direzione) le coscienze.

La televisione è un canale potente ed incredibilmente credibile che oggi governa e pilota letteralmente le coscienze ( e perciò gli individui.)

Ancora una volta il medium E' il messaggio ma questa volta nella direzione della alienazione da sé.

 

13/2/05 Droghe tecnologiche e droghe chimiche.

Ogni scrittore di sceneggiature televisive lo sa benissimo.

E' sufficiente mettere su una storiella tra padre e figlio, madre e figlia, moroso e morosa e poi mostrare con la sapiente telecamera i segni innescanti della commozione (occhi che si gonfiano, mimica facciale del pubblico in sala, ecc.) e il pubblico a casa si commuove e si scioglie in lacrime.

E mentre ciò accade il registratore di cassa messo nel retrobottega della trasmissione comincia a ticchettare impazzito in termini di costo degli spazi pubblicitari, audience e share.

Ed il bello che non è nemmeno necessario che le storielle raccontate siano vere.

E' sufficiente che siano verosimili.

La moderna droga televisiva induce le emozioni sostituendo una vita che ha perduto la capacità di suscitarne.

E ha perduto questa capacità in quanto l'individuo ha a sua volta perduto la capacità di provarle.

Indurendosi, barricandosi, trincerandosi, cristallizzandosi, mummificandosi.

La droga tecnologica diventa un comodo surrogato.

Si induce con grande facilità commozione (o rabbia o odio o tenerezza ecc.) nel pubblico ed alla fine tutti sono contenti.

Del resto lo sapevano già le nostre nonne:Ho visto un bellissimo film !Ho pianto tutto il tempo.

Il passaggio dalla droga tecnologica alla droga chimica è quasi ovvio.

Anche questa sblocca qualcosa nella coscienza e consente all'individuo di provare emozioni (ci si diverte da sballo, si gode come matti, si diventa allegrissimi ed euforici, ecc.).

O più semplicemente si ritrova l'illusione di essere in contatto con sé stessi.

La droga tecnologica opera nella coscienza per segni tipici percepibili sensorialmente mentre la droga chimica opera a livello neuronale.

Ed entrambi spingono sempre di più l'individuo sul pendio della disumanizzazione.   

13/2/05 Massificazione delle coscienze e bisogno di individuazione.

C'è un fenomeno psichico che riguarda una gran moltitudine di persone in ogni angolo del mondo che svela per la sua intensità e per la quantità di persone che ne diventano vittime quanto potente e generalizzato sia il bisogno inconscio di crescita psichica.

In molte epoche, in molte parti del mondo milioni di persone tendono ad infatuarsi di una ideologia (e del leader che la rappresenta).

Questa forma particolare di innamoramento parrebbe avere apparentemente l'effetto di paralizzare la capacità di visione della realtà (distorcendone la capacità di percezione) nonché di paralizzare la capacità di comprensione autonoma della realtà stessa.

In realtà l'ideologia fornisce all'individuo uno schema mentale, una specie di griglia strutturale, in grado di far elaborare all'individuo forme di pensiero nuove  e diverse rispetto a  quella (prima, unica e totalizzante) fornita dall'imprinting infantile.

Questo nuovo schema mentale consente finalmente all'individuo di poter pensare in modo diverso rispetto alla modalità (quale che essa fosse) con la quale era costretto a pensare fino a quel momento.

L'acquisizione di questa nuovo schema di pensiero rende l'individuo estremamente fedele e tenacemente attaccato ad esso in quanto in un gran numero di casi l'abbandonare questo nuovo schema implicherebbe il ritorno regressivo allo schema precedente.

Ma ciò non basta a spiegare il fenomeno dell'innamoramento.

Il fenomeno di massa che si sta esaminando fornisce all'individuo la potente illusione di stare partecipando (finalmente !!) ad un percorso di crescita individuale, illusione potentemente rinforzata dal fatto che ben presto l'individuo comincia a proiettare il proprio Sé sul leader indiscusso e il proprio modello del Sé sulla ideologia condivisa.

C'è da osservare preliminarmente che l'acquisire ed il possedere un qualsiasi schema mentale parrebbe essere condizione assolutamente indispensabile per potere esercitare una qualsiasi funzione di pensiero.

In mancanza di quello schema (di solito inizialmente fornito dall'imprinting) non esisterebbe alcuna possibilità di pensiero per quanto rudimentale e primitiva e la capacità elaborativa della coscienza resterebbe inutilizzata ai fini del pensiero autonomo.

In questa ipotesi il processo di crescita psichica potrebbe anche leggersi come un processo di acquisizione continua (quale che  sia il mezzo usato) di sempre nuovi schemi mentali, sempre più evoluti.

Fino a giungere allo schema mentale fornito dal modello del Sé integrato.

  

15/2/05 Dall'identificazione alla individuazione.

Nella fase iniziale del suo sviluppo l'ego sconta l'identificazione con la sua coscienza.

Solo in una fase più avanzata di quello sviluppo l'ego comincia  a distinguere le proprie sorti da quelle della coscienza e comincia finalmente ad individuarsi rispetto a quella.

  

15/2/05 Il vecchio ed il nuovo

Parrebbe regola costante che ogni qualvolta si sia raggiunto un certo risultato , ogni volta che si sia raggiunto il "nuovo" l'inconscio svela nei sogni quale sia stato il "vecchio" cioè quale sia stata la situazione psichica che, avendo raggiunto quella nuova situazione psichica, si è ormai superati, abbandonati alle spalle.

 

  15/2/05 L'obesità

Si da per scontato, anche da parte da illustri clinici di scienze dell'alimentazione, che il paziente obeso se usasse la propria volontà per vincere le proprie errate abitudini alimentari ed adottasse di conseguenza una dieta opportuna potrebbe rientrare nel suo peso forma.

E parliamo di obesi che pesano 190 kg e più.

Intanto preliminarmente bisognerebbe capire perché l'obeso ha strutturato un pattern psichico che lo induce a quella errata abitudine alimentare.

Poi occorrerebbe comprendere quale sia il senso di questo comportamento potenzialmente autodistruttivo.

Poi bisognerebbe rendersi conto quali siano le cause psichiche  che inducono quel comportamento il quale dipendono da una patologia mentale che solo per poco è meno grave della bulimia.

Entrambi le patologie appartenendo infatti alla stessa "famiglia".

Bisognerebbe ancora capire da dove nasca questa profonda convinzione secondo la quale la forza di volontà è in grado di modificare, seppur gradualmente, seppur lentamente, il pattern psichico che aziona il comportamento alimentare dell'obeso.

Ed infine occorrerebbe spiegarsi dove stia scritto che la devianza psichica deve per forza (e non si capisce in base a quale legge universale) manifestarsi attraverso un comportamento deviante così come classificato tradizionalmente nei testi di psichiatria.

Nutrirsi cercando di uccidersi è un comportamento deviante?

Molti suicidi prima di uccidersi lanciano dei segnali nella segreta speranza che qualcuno giunga in tempo ad aiutarli.

L'obesità in un individuo che si nutre fino a cercare di uccidersi può essere considerato un segnale di aiuto analogo a quello lanciato dal suicida?

La coscienza ha una enorme capacità di mantenere invariata la sua omeostasi e di mantenere in un range di normalità socialmente accettata i comportamenti dell'individuo anche quando la sua configurazione è del tutto alienata.

Azzerando tutti i segnali di aiuto che l'individuo come sistema integrato tenta inconsapevolmente di lanciare.

Ed in questa situazione i segnali di aiuto vengono lanciati dal corpo e dall'inconscio così come la situazione complessiva rende possibile.

  

15/2/05 Ancora sulla obesità.

Qualcuno pensa che l'obesità esista solo quando qualcuno accumula enormi quantità di grasso nel suo organismo?

Non è così .

Sono forme di obesità (e con ogni probabilità ascrivibile a motivazioni psichiche simili) l'accumulazione di enormi ricchezze, l'accumulazione di enormi culture, l'accumulazione di enormi quantità di potere.

E' obesità la grottesca inflazione dell'ego, un enorme pallone gonfiato che galleggia sul nulla, su un angoscioso vuoto di conoscenza di sé.

  

16/2/05 Conoscenza di sè e conoscenza dell'ambiente reale

Conoscenza e di sé e conoscenza dell'ambiente reale sono due facce tra di loro complementari.

Senza la conoscenza di sé non è possibile avere conoscenza diretta dell'ambiente reale (ma solo conoscenza illusionistica, conoscenza visionaria, conoscenza allucinatoria cioè NON-conoscenza).

D'altra parta senza la conoscenza dell'ambiente reale (dei suoi miti, del suoi linguaggi simbolici, degli esseri umani che lo popolano) non è possibile nemmeno acquisire la conoscenza di sé.

Il fatto è che siamo animali sociali.

E che siamo perciò condannati a vivere nell'ambiente sociale.

E le due conoscenze sono  perciò inestricabilmente legate e connesse.

Noi apparteniamo all'ambiente sociale e l'ambiente sociale ci appartiene.Noi non saremmo senza quello e quello non sarebbe senza di noi.

Entrambi sopravviviamo l'uno grazie all'altro.Entrambi soccomberemo (noi come specie quello come ambiente biologico) se uno dei due soccombesse

  

17/2/05 Il narciso è un ben strano fiore.

Il narciso è un ben strano fiore.

Uno strano e diffusissimo fiore psichico.

Esso vive e si alimenta dell'ammirazione del mondo e l'individuo rispecchiandosi in questa ammirazione rinnova ogni istante il proprio equilibrio.

Ci sono infinite forme grazie alle quale il narciso ricerca quella ammirazione.

Si sa:il bel corpo, il bel viso, il bell'abito.

La bella cultura, il bell'eloquio.

Ma anche la manifestazione artistica.

L'esprimere in qualche forma artistica non per dare voce alla propria ispirazione profonda e quindi al proprio Sé ma per dare voce al narciso.

E grazie ad essa suscitare ammirazione.

Della quale godere.

Esistono quindi almeno due tipi diversi di arte (che possono però anche esprimersi nella stessa opera) :l'arte come espressione del narcisismo e l'arte come espressione del Sé.

Un'arte che nasce da una ispirazione superficiale ed un'arte che nasce da una ispirazione sinceramente creativa.

Entrambe comunque portatrici di senso.

Il narcisismo ,ed il conseguente bisogno vitale dell'ammirazione del mondo, nasce dal bisogno della coscienza di avere , potendovicisi quindi rispecchiare , un modello di riferimento.

Se il modello di riferimento è quello del Sé la coscienza riceve il suo rispecchiamento dall'interno stesso dell'individuo.

In questo rispecchiarsi trova costantemente conferme.

Ma se il modello è altro e sono gli introietti protesici a strutturarla allora le conferme circa la perfezione del modello di riferimento introiettato DEVE arrivare dal mondo.

E se quel modello introiettato, il narciso appunto, non è riuscito a far costruire all'individuo un qualche elemento in grado di suscitare ammirazione quel modello constata ogni giorno il suo fallimento e l'individuo si sentirà costantemente frustrato e fallito.

Ma anche quando quel modello abbia trovato elementi con i quali suscitare l'ammirazione del mondo (la bellezza, l'abilità, la ricchezza, ecc.) prima o dopo questi elementi degradano. Ed allora occorrerà ricercare nuovi elementi, sul filone dei vecchi, per continuare a suscitare quella ammirazione infinita.

Un fatica terribile, un condanna spietata.

Tutto purchè la frustrazione non ci metta a confronto con il fallimento di quella che è la missione iniziale di ciascun individuo:il crescere.

Il circuito di comunicazione tra coscienza ed ambiente parrebbe così articolarsi:

Protesi del falso sé è modello di riferimento (quale che sia) nell'ambiente esterno è ammirazione dell'ambiente;

In questo circuito si perpetua l'equilibrio della coscienza con l'ambente.Questo circuito di comunicazione è l'adattamento della  coscienza all'ambiente.

Esso è l'unica modalità di adattamento possibile che questa coscienza è in grado di esperire.

Senza l'ammirazione dell'ambiente il sistema di adattamento fallisce e non potendo l'individuo ritrovare altri adattamenti possibili il risultato sarà la crisi psichica.

Si diceva , il narciso è un fiore.

E come tutti i fiori da un frutto.

Ed il frutto del narciso è l'inflazione dell'ego.

La dilatazione dell'ego che sollecita quell'ammirazione così vitale per l'equilibrio della coscienza rispetto all'ambiente.

  

17/2/05 Iniziazioni

In una tribù dell'Africa il passaggio dei maschi dallo stato adolescenziale allo stato adulto avviene con una cerimonia, un rito di iniziazione, molto significativo.

Il ragazzo che deve operare il passaggio di stato deve superare una prova: Deve saltare quattro o cinque tori affiancati.

Ove la prova venga superata il ragazzo entra nel mondo degli adulti e potrà scegliere la futura sposa.

Il rito è molto significativo per l'uso della specie di animale che viene utilizzato nella prova:il toro appunto.

Il superamento psichico del simbolo del toro , il "saltare il toro", indica il superamento di uno stato istintuale selvaggio verso uno stato istintuale più maturo.

Il passaggio appunto dallo stato adolescenziale allo stato adulto.

Quel rito svela il senso del simbolo del toro così come appare nei sogni.

Nel processo di crescita quel simbolo svela uno stato di passaggio presumibilmente simile a quello del rito di quella tribù.

Ma che senso ha quel rito per lo sviluppo psichico del ragazzo che lo affronta?

Qui entra in gioco la sincronicità.

Quel rito che si svolge nella realtà ha lo stesso senso di un analogo passaggio nella condizione di sviluppo della psiche del ragazzo.

E compiere e superare quel rito implica che un passaggio di stato (dello stesso senso) avviene contestualmente nella crescita psichica del ragazzo.

Nella stessa tribù vige un'altra usanza.

Le donne sposate debbono tenere intorno al collo dei pesanti anelli di ferro.

Il simbolismo di tali anelli, che svelano in tutta evidenza una forma coercitiva , richiama la funzione dei collari per gli animali catturati o addomesticati.

Servono per ricordare alla coscienza della donna (ed agli uomini della tribù) che quella donna ha uno stato che molto assomiglia a quello degli animali posseduti.Una proprietà insomma.

Il senso di quel simbolo è rinforzato da un altro rito in uso in quella tribù.

Le donne da sposare si sottopongono volontariamente ad una rapida fustigazione da parte di un anziano del villaggio.

Anzi spesso litigano tra di loro per poter essere sottoposte ad essa prima delle altre.

Ancora una volta vengono richiamate le tecniche di addomesticamento degli animali catturati.

Non a caso quella tribù è dedita alla pastorizia.

Il maschilismo becero ha radici antiche.