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 Ferma restante la impossibilita, allo stato, di verificare la fondatezza o meno di una intuizione, nulla impedisce però di speculare intellettualmente su di essa e con essa.

Ammesso che ciò che segue sia fondato, ma perché gli elettroni del neurone reagirebbero "male" alla falsa informazione relativa al Sè dell'individuo?.

Una ipotesi possibile è che i neuroni, che costituiscono la coscienza, hanno memorizzata geneticamente, cioè è innata in essi, l'informazione che definisce un aspetto del Sè dell'individuo.

Per cui quando quel neurone viene attinto da una informazione falsa relativa a quel Sè gli elettroni di quel neurone reagisciono sovraeccitandosi e ciò rinserra nello stato di "chiuso" quel neurone .*

Si tenga presente che i neuroni hanno in sé, come tutte le cellule dell’organismo, il codice genetico dell'individuo.

Si può pensare che tra informazione memorizzata nella cellula neuronale e informazione del suo codice genetico (tra le due informazioni una "residente" in quel codice ed una al neurone pervenuta**) ci sia una qualche corrispondenza o una qualche interazione ?.

Avendo il neurone solo due stati possibili (chiuso o aperto) gli stati quantici dei rispettivi elettroni funzionerebbero come interruttori di manovra di quello stato del quale la biochimica del neurone sarebbe, di quell'interruttore, l'agente esecutore.

(*) Come esempio riporto il caso della mimosa pudica (una mimosacee) che rinserra le proprie foglie in risposta a stimoli tattili, evidentemente non graditi.

(**) E ritorna qui l'ipotesi che il linguaggio dei geni ed il linguaggio neuronale siano entrambi di tipo digitale .

     (scritto il 2/2/23)

 

 

 

 

 

 


 

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