Si tratta di un linguaggio simbolico il quale rappresenta, in prima istanza, meccanismi di elaborazione neuronale delle informazioni.

E quindi di conseguenza meccanismi di funzionamento della Logica.

I quali si rappresentano a loro volta anche nelle regole grammaticali e sintattiche dei linguaggi.

Nella matematica ed i particolare nelle sue equazioni si rappresentano con quel linguaggio simbolico aspetti della realtà rappresentabili anche con differenti linguaggi (le equazioni di secondo grado che rappresentano in un linguaggio grafico per esempio un cerchio o una ellisse).

Con equazioni più complesse possono essere rappresentate potenti teorie scientifiche esprimibili però sempre all'interno della logica umana.

La quale collassa e diventa impotente davanti ai meccanismi della Fisica Quantistica che vanno ben al di là dei meccanismi della razionalità e della logica e perciò non possono essere rappresentati, a quanto pare,  da equazioni per quanto avanzate esse siano.

E se l'evoluzione del cervello e delle coscienze qui si fosse fermata (come accade nelle coscienze da sè dissociate) la Fisica Classica sarebbe il tetto massimo della conoscenza possibile.

Ma così non è.

Grazie allo sviluppo della funzione intuizione della coscienza i meccanismi della Fisica Quantistica diventano accessibili ad una diversa  intelligenza umana (l'intelligenza intuitiva) frutto di quello  stesso cervello che geneticamente tutti ci accomuna.

 

 

 


 

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