Molti anni fa conoscevo una signora, una amica la quale aveva nelle sue case in città, al mare ed in campagna numerosi freezer sempre stipati da una gran quantità di cibi e di vivande.
Qualche volta invitava gli amici a cena e preparava, era una bravissima cuoca, succulenti pranzetti.
Mi chiedevo allora, che di nulla allora capivo, il perchè di questo bisogno di tanta conservazione: Il timore forse di una vicina guerra atomica?.
Tirando fuori dal mio freezer una pizza surgelata ho capito:
Il freezer rappresenta il DNA nel quale le informazioni genetiche del Sé sono tenuti in "ibernazione".
Quando le cose vanno benino parte di tali informazioni transitano nell'inconscio (il frigo) diventando contenuti istintuali del Sè.
Poi, se tutto va bene, ma proprio molto molto bene, passano alla coscienza che li "cucina" (ne trova il significato) grazie alla sua funzione intuizione.
Quella mia lontana amica con tutti i suoi frigoriferi stipati di cibo avrebbe voluto farci capire il suo dramma psichico: Nessuna informazione genetica del suo Sè era mai riuscita a transitare nel suo inconscio a causa di una coscienza dotata da un potente complesso di castrazione "ereditato" dalla sua "severissima" madre.
E che lei inconsapevolmente ha trasmesso alla propria stessa figlia che per quel motivo (ma quest'ultima non poteva saperlo) la odiava.
Transito che forse avveniva sporadicamente ed occasionalmente (le cene con gli amici ed amiche, la socializzazione* che talora aiuta la coscienza ad aprire uno spiraglio nel suo incubo dissociativo).
(*) Come nel caso degli adolescenti che escono dall'infanzia e dall'incubo parentale infantile ed incontrando nuovi amici e nuove amiche consentono al loro cervello di strutturare una sorta di "coscienza alternativa", l'adattamento secondario talora meno inguaiato della coscienza strutturata dall'imprinting parentale.