La pubblicità, quale che sia il mezzo che la veicola,  non è rivolta a  degli esseri umani ma a delle coscienze infantili pieni di aspettative ed insoddisfatte.

Pieni di aspettative  in quanto loro ancora aspettano il cosiddetto "messia",  cioè un imprinting infantile che con le informazioni genetiche del loro Sè le liberi dalle catene castranti che l'imprinting infantile parentale ha imposto loro.

Insoddisfatte perché questo messaggio liberatorio  in realtà ad esse non arriva mai.

Inoltre la pubblicità si rivolge a coscienze infantili la  cui capacità emulativa, come in tutte le coscienze infantili,  è ancora enormemente sviluppata per gli stessi motivi per cui quelle coscienze coltivano le loro aspettative.

La pubblicità è sicuramente l'anima del commercio ma è anche una una delle tante forme con le quali il capitalismo di rapina si arricchisce esercitando su delle "anime  innocenti"  la sua capacità di circonvenzione di incapaci.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Torna alla home pageTorna alla pagina indici Novembre