Che l'inconscio ed i suoi contenuti possa essere proiettato da taluni sul cassonetto comunale dei rifiuti l'ho capito circa una decina di anni fa qualche giorno dopo che mi ero trasferito dalla cittą in questo piccolo paese.
Avevo iniziato questo lavoro da una decina di anni e mi pareva allora, ma cosģ non era, di avere capito molto di me stesso.
Qualche giorno dopo quel trasferimento sorge il problema di dove buttare i rifiuti di casa.
Monto in auto con il sacchetto e trovo un cassonetto comunale a circa 500 metri da casa vicino una quarantina di metri da un gruppetto di case.
Smonto e butto dentro quel cassonetto comunale pubblico i miei rifiuti.
Si avvicina un individuo che con aria indisponente mi chiede se io sono di lą.
Gli chiedo a brutto muso chi fosse lui per chiedermelo.
Per tutta risposta lui tira fuori il cellulare e dice che ora fotograferą la mia targa (immagino per denunciarmi a non so quale autoritą).
Capito il tipo rimonto in auto e vado via.
Era evidente che il tizio riteneva peraltro erroneamente che il cassonetto comunale pubblico, vicino casa sua, dovesse essere riservato solo ai suoi rifiuti ed a quelli dei suoi vicini.
Insomma costui PROIETTAVA il suo inconscio su quel cassonetto.
Influenzato parrebbe dal, peraltro infondato, concetto junghiano di "inconscio collettivo"