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Per quello che posso capire qui ed ora l'evoluzione delle specie si è sviluppata nel tempo nel continuo confronto tra ambiente ed individuo, tra ambiente e specie, tra ambiente ed organi e loro funzioni, tra ambiente e codice genetico individuale e di specie.
E tutto avveniva nei lunghissimi periodi spontaneamente.
Tutto fino a quando il cervello animale si è sviluppato fino al livello di sviluppo raggiunto, poche centinaia di migliaia di anni fa, dal cervello della specie umana.
Ed intorno, a quel antico tempo dev'essere successo qualcosa che non conosciamo.
L'evoluzione relativamente al cervello umano ha cominciato a svilupparsi verso un'altra direzione.
Non più verso l'evoluzione dell'organo, della sua anatomia ma verso l'evoluzione delle sue funzionalità.
E ciò presumibilmente a causa della conquista da parte dello stesso cervello della PLASTICITÀ ANATOMICA.
Cioè a causa del fatto che il cervello ha via via raggiunto la capacità evolutiva di MUTARE ANATOMICAMENTE AL SUO INTERNO, nella sua struttura neurale ed in quella delle relative connessioni assonali e dendritiche.
E forse nella sua biochimica di base.
E qui è nato forse il problema e la tragedia della specie umana.
Quella anatomia neurale e le relative interconnessioni mutano evoluzionisticamente in base al tipo di utilizzazione che ogni individuo fa del suo cervello.
Lo usa per picchiare una pietra contro l'altra per farne un utensile?.
Ed il cervello orienta la sua evoluzione e la sua anatomia funzionale al servizio di tale necessità.
Lo usa per raccogliere cibo dagli alberi o dalla terra?.
Ed il cervello orienta la sua evoluzione e la sua anatomia funzionale al servizio di tale necessità.
(Scritto il 17/9/25)