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La condizione dello stato di incoscienza è una condizione nella quale l’inconscio e la coscienza vivono una situazione di indifferenziazione e nella quale tutto è in comune e l’uno è indistinguibile dall’altro.

Il caos dell’uno è il caos dell’altro.

Il rapporto della coscienza con l’inconscio in questi casi  è un rapporto, per così dire, nutrizionale  nel senso che l’energia dell’inconscio alimenta, ai fini della sua sopravvivenza, la coscienza stessa.

Non c’è perciò nessun  rapporto di comunicazione tra i due  (a parte i sogni dei quali è ogni volta vanificata la funzione  a causa della incapacità della coscienza di interpretarli) .

La natura istintuale dell’individuo diventa quindi la fonte primaria per le sue innumerevoli proiezioni sugli oggetti.

La coscienza peraltro nella sua potente pulsione ordinatrice , l’ordinateur per eccellenza , tenta l’ordine possibile in quella situazione e perciò ricerca nella realtà sensibile (l’unica fonte possibile delle sue informazioni in quella condizione) dei pattern che la aiutino a costruire l’adattamento possibile alla situazione data.

Come  ben si comprende la qualità dei  modelli assunti come riferimento determinerà nell’individuo  la qualità e l’efficienza di quell’adattamento.

E di conseguenza la qualità e l’efficienza del suo modo di essere, del suo modo di vivere, nel suo modo di stare nel mondo , della qualità della sua vita ed infine della sua visione del mondo.

 

 

 

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