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20/4/12

Ne 1727 Bach riuscì a rappresentare la sua “Passione secondo Matteo”.

Opera grandiosa ed intensissima per due soli, doppio coro e doppia orchestra..

L’opera era così intensa e profonda che moltissimi spettatori, uomini o donne che fossero, tenevano premuti i loro fazzoletti sul viso per trattenere le lacrime della commozione suscitata dall’opera stessa .

Ma l’apoteosi della emozione si raggiunse quando iniziò la Corale finale dell’opera .

E molti spettatori trattenevano ormai a stento i singhiozzi.

Bach assisteva in prima fila alla esecuzione della sua opera quasi incredulo per la tanta forza dell’emozione da essa suscitata.

La forza e l’intensità di quella Corale finale era così travolgente che anche Bach dovette ingoiare talora le proprie stesse lacrime.

Osservando il gradino più alto del coro egli però notò allora tre insoliti coristi.

Uno al centro molto anziano con una grande barba bianca. Malgrado l’età evidentemente avanzata del corista  l’orecchio affinato di Bach colse la grande potenza della sua voce.

Che sovrastava di molto quella di tutti gli altri.

Al suo fianco due coristi molto più giovani che egli non aveva mai visto prima.

Da loro Bach notò invece la straordinaria dolcezza delle loro voci.

Non capiva come mai non li avesse notati nel corso delle tante  prove che avevano preceduto la prima esecuzione.

Quando l’opera finì ed il pubblico entusiasta scoppiò in una ovazione Bach si precipitò verso il gradino più  alto del grande coro per raggiungere i tre insoliti coristi.

Ma ivi giunto non li trovò più.

Chiese ai coristi che prima erano accanto ai tre  ma nessuno li aveva notati.

Del resto l’opera era stata molto impegnativa e nessuno osava distrarsi dal proprio compito.

Deluso Bach si apprestava a ridiscendere dal palco del coro quando notò per terra una grande piuma bianca.

La raccolse e  chiese ancora ai coristi da dove essa provenisse.

Ma quelli scuotettero il capo.

La grande piuma pareva essere caduta da un grande paio d’ali e non si capì mai da dove saltasse fuori.

Tuttora a Lipsia nel museo dedicato a J.S.Bach essa fa da segnalibro nello spartito autografo della Passione laddove iniziano le note della Corale finale.

 

 

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