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24/5/11

Dalla “Gazzetta di Agrigento” del 10/4/1930 VII dell’Era Fascista..

Brevi di cronaca.

Il giorno 7/4/1930 ,VII dell’Era Fascista, venne ritrovato in contrada Aricò il corpo di tal professore Angelo Grecale , noto in tutta la provincia di Agrigento per le sue idee eversive e rivoluzionarie.

Noto anche alla locale questura per essere un piccolo proprietario terriero della zona.

Dalle circostanze dei luoghi la milizia ritiene trattarsi di vittima da incidente stradale”

La notizia era di quelle che passavano inosservate.

A quel tempo non era infrequente che il cadavere di qualcuno venisse ritrovato in qualche viottolo di campagna e nessuno se ne preoccupava più di tanto.

Si sa, all’epoca si poteva dormire con le porte aperte, i treni arrivavano puntuali e la mafia non esisteva.

Il commissario Areste si era recato fin dalle prime luci dell’alba sul luogo del presunto incidente e aveva subito notato l’incongruenza.

L’automobile,  una Topolino, era mezzo ribaltata in un piccolo scolo che correva lungo il viottolo sterrato senza avere riportato neppure un graffio od una ammaccatura.

Ma dentro la macchina il corpo del guidatore aveva il viso massacrato dai tanti colpi ricevuti.

Ben strano incidente , pensò il commissario.

Ritornato in questura annusò l’aria: “Si tratta di un incidente stradale , non merita perderci tempo !”.

Si dava il caso che il commissario conoscesse il morto.

Egli era stato suo allievo al terzo anno del liceo e lo ricordava come insegnante severissimo di greco e latino.

In caso di assenza della insegnante di matematica il professore di greco la sostituiva per qualche ora dimostrando anche in questa materia ottima preparazione.

Ne aveva un buon ricordo e gli rodeva dentro il dubbio circa quello strano incidente stradale.

Sguinzagliò allora i suoi due uomini i più fidati , Fazio e Galluzzo, che dopo qualche giorno di annusamenti in giro ,da buoni segugi qual’erano , ben presto si presentarono a rapporto.

Risultava , dissero, che il Grecale era proprietario di una piccola miniera di zolfo in contrada Ariosto, contrada vicina al luogo nel quale venne ritrovato il corpo.

-          “Ed allora ?” chiese il commissario.

La miniera , continuarono i due , confinava con una miniera più grande di proprietà di tale Luigi Pirandello , un benestante del posto, in buoni rapporti di amicizia con il podestà.

E qui i due si fermarono.

- Ed allora ?, ripetè il commissario.

Tra i due vicini non correva buon sangue ed erano frequenti furibonde liti per questione di confine.

E non solo , aggiunsero dopo una breve pausa.

- Ed allora ?, il commissario cominciava a spazientirsi.

Inoltre il Grecale era un notorio eversivo, comunista dichiarato e sfegatato, mentre il Pirandello era noto amico dei gerarchi locali e questa era forse il vero motivo delle loro non infrequenti e furibondi  litigi, conclusero tutto d’un fiato i due.

Galluzzo tanto per non lasciare dubbi aggiunse: Il Pirandello era grande amico del Podestà ed anche il Questore più di una volta è andato a cena a casa sua.

Il commissario capì l’antifona : Allora è stato proprio un incidente stradale !!!.

I due assentirono con aria sorniona.

E così finì la storia del povero professor Grecale.

E Luigi Pirandello, che era stato travolto dopo l’ennesima furiosa discussione con il professore dalla sua corda pazza, ne trasse spunto per una delle sue commedie, Il Berretto a Sonagli.

 

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