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1/2/11

Il piccolo bar del quartiere Prati oltre alla atmosfera familiare , tipica dei piccoli bar di paese ma assolutamente insolita nei bar delle grandi città, offriva una saletta con biliardo nella quale Concetto e Silvio si incontravano il venerdi sera dopo cena per una partita.

Non essendo dei gran giocatori si giocavano un quartino di bianco che a volte pagava uno e a volte pagava l’altro.

Un giorno passò di lì un amico di Concetto.

Non si vedevano da molto tempo e si salutarono cordialmente. Concetto presentò l’amico Silvio al nuovo venuto il quale bevuto con loro un caffettino andò via.

Concetto rivide l’amico il giorno dopo in centro e fecero un pezzo di strada insieme.

-          Quel tuo amico, Silvio, lo conosci da tanto tempo ? gli chiese l’amico.

-          Si abbastanza , rispose Concetto.

-          Mi ha dato l’impressione di una persona succube della moglie, disse l’altro.

Concetto conosceva l’amico Roberto , così si chiamava il suo interlocutore, per persona acuta ed intelligente e restò stupito che egli potesse cogliere un aspetto della personalità di Silvio che a lui era totalmente sfuggito pur conoscendolo da così tanto tempo.

L’osservazione peraltro gli parve di colpo verosimile e gli fece venire in mente episodi del rapporto tra Silvio e la moglie che non aveva mai preso in considerazione e che ora invece di colpo alla luce della considerazione di Roberto gli apparvero in ben altra luce.

Dando vieppiù verosimiglianza a quella osservazione.

Si salutarono cordialmente e Concetto continuò la sua strada riflettendo.

-          Come mai  che a lui che si considerava acuto osservatore delle cose era sfuggito una cosa del genere ?.

Dopo un po’ cominciò a capire.

Noi vediamo negli altri solo ciò che è entrato nella nostra esperienza mentre siamo ciechi rispetto a ciò che da questa esperienza è fuori.

E di colpo aggiunse tra sé: Roberto ha visto in Silvio quell’aspetto del suo carattere perché egli stesso è, senza che egli se ne renda conto,  succube della moglie !.

E anche qui  certi vaghi episodi del rapporto di Roberto con la moglie gli apparvero in una luce diversa.

Riflette ancora : Ma se è così, se io vedo intorno a me così tante persone stupide è perché la stupidità è anche la mia cifra !.

Rosicò un po’ tra sé .E poi: Ed allora se vedessi intorno a me poche persone intelligenti sarebbe perché l’intelligenza in una certe misura mi è aliena.

Convenne con sé stesso allora che ciò che vediamo nell’altro è solo il riflesso di ciò che noi inconsciamente siamo e che in noi stessi non vediamo.

E ciò che nell’altro non riusciamo a vedere dipende dal fatto che di esso non abbiamo esperienza nè dotazione.

Di fatto siamo come degli ipovedenti che vedono solo nel limite della loro modesta capacità visiva.

Dei semiciechi insomma.

E pur così essendo abbiamo l’enorme presunzione di dare giudizi sul mondo intero, su un mondo del quale vediamo solo in leggerissima misura.

Qui giunto si volse, sconsolato verso casa.

 

 

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