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6/2/10

Fratelli.

La gattina Cicci si era ormai da anni abituata a farsi accompagnare sul terrazzo dell’ultimo piano sul quale si affacciava una vecchia vedova che la accudiva affettuosamente nel corso della giornata.

A pomeriggio inoltrato si faceva riaccompagnare a casa e qui passava il resto della giornata e la notte.

Al mattino presto, ancora buio,  la gatta già cominciava a smaniare per andare sul terrazzo dove sapeva avrebbe trovato il cibo preparato dalla vedova.

Un giorno nel quale sembrava più impaziente del solito Tommaso cominciò a parlarle.

Sapeva bene che la gatta non poteva capirlo ma lo divertiva pensare che raccontando una storia alla gatta questa la capisse e si tranquillizzarse.

E cominciò a raccontare:

“Cara Cicci ma non senti sopra il terrazzo come gracchiano le cornacchie ?” - In effetti all’alba le cornacchie che pernottavano su alcuni grandi alberi vicino casa si chiamavano l’un l’altra con il loro grido rauco e svolazzavano alte in cerca di cibo.

“Le bestiacce - egli continuò - sono in cerca di cibo.E non sembrerà loro vero vedere apparire sul terrazzo una gattina cicciosetta come te” .

La gatta guardava Tommaso con la massima attenzione, il viso rivolto verso l’alto, lo sguardo adorante.

“Appena vedono te che sei una gattina cicciosetta si lanciano giù e fanno colazione.E’ questo che vuoi? ”.

La gatta non rispondeva e continuava a guardare Tommaso con il suo sguardo incantato.

Tommaso aveva un fratello, Gennaro.

Una infanzia sfortunata gli aveva lasciato dentro tanto astio e rabbia che alimentavano un conflitto potente.

Conflitto che egli scaricava senza rendersene conto su Tommaso.

Gennaro cercava continuamente la rissa.

Tommaso, forse perché più maturo, stava al gioco, evitava per quanto possibile di alimentare le sue rabbie, evitava di cascare nella trappola che il fratello inconsapevolmente con i suoi comportamenti continuamente gli tendeva.

Tommaso sapeva bene, era già successo altre volte, che Gennaro prima o dopo avrebbe rotto i ponti nei suoi confronti.

Il suo conflitto rendeva difficile capirsi, accettarsi per quello che erano in quanto Gennaro vedeva continuamente nel fratello il suo nemico interiore.

Ed infatti la rottura com’era previsto accadde.Come altre volte era successo.

A distanza di tempo a Tommaso tra tanti episodi amari dei quali il rapporto con il fratello era intessuto venne in mente un episodio diverso.

Si ricordò che un giorno gli era venuto in mente di raccontare al fratello, che come lui amava gli animali, l’episodio della gatta e delle cornacchie.

E mentre raccontava il discorso che aveva fatto alla gatta si accorse  che il fratello lo guardava nello stesso modo in cui la gatta lo guardava a suo tempo mentre le raccontava quella storia fantasiosa.

Il viso rivolto verso di lui, lo sguardo perso, incantato.

Per pochi attimi il conflitto che lo tormentava era stato dimenticato, le proiezioni che avvelenavano il loro rapporto e la sua vita accantonate.

Pareva a Tommaso che di quegli anni, di tanti episodi amari, importasse ora del fratello solo il ricordo di quello sguardo rivolto verso di lui, uno sguardo perduto nell’ammirare il castello incantato che il racconto gli disegnava nell’animo.

 

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