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4/9/08

Erano ore che guidava in coda lungo la provinciale e continuava a scervellarsi:Ma che senso ha, ma che senso può mai avere?.E perché poi dovrebbe avere un senso?

Si riferiva Gugliemo ad un episodio accadutogli la sera prima e che lo aveva colpito.

-Ma che senso ha, che senso può avere ciò che è accaduto ? - borbottava tra sé e sé.

Sull’altra corsia intanto vide un enorme Tir che rallentava e l’autista che dava un colpo al clacson che emise il suono basso e profondo.

E qualche metro avanti una donna che traballava sulla bici cadendo rovinosamente per terra.

Accostò l’auto per prestare soccorso alla donna e attraversando la strada vide che anche l’autista del tir si apprestava a scendere per prestare soccorso.

La donna intanto, una anziana dal viso arcigno, si era faticosamente rialzata ed ora si appoggiava piegata in due per il dolore sul muretto al bordo della strada.

L’autista del tir disse che una Ford Ka grigia aveva attraversato l’incrocio urtando la bici della donna e poi era scappato.

Chiamiamo una ambulanza , disse Gugliemo mentre la donna faceva di no con la testa.

Allora chiamerò la polizia , aggiunse, quel disgraziato che l’ha investita non deve farla franca.

Al telefono non rispondeva nessuno o i numeri chiamati erano occupati.

Mentre cercava di telefonare l’occhio gli cadde su un sacchetto di plastica legato stretto che era caduto dal portapacchi posteriore della bici.

Da un varco faceva capolino la testina di un cucciolo di gatto.

Un piccolo gattino nero, la testa sanguinante deformata dalla caduta, la mascella spostata che dava alla bocca un ghigno inutilmente feroce, il ghigno della morte.

Gugliemo intuì che dentro il sacchetto c’era un altro gattino e infilo la mano nel varco.Sentì un corpicino oramai tiepido e ritrasse la mano sporca di sangue.

Anche l’altro gattino era morto.

Intanto la donna aiutata da un’altra donna, che anche lei si era fermata per aiutare, si era rialzata e raccolto il fagottino con i gattini ormai morti lentamente si allontanava con la sua bici.

La donna non aveva mai detto una parola, nessun suono era uscito dalla sua bocca.

Anche il camionista nel frattempo si era avviato verso il posto di guida del suo mezzo.

Gugliemo rimontò in macchina e ripartì.

Ed una idea gli continuava a ronzava nella testa mentre guidava lungo la provinciale: Ma chi mai porterebbe dei piccoli cuccioli di gatto dentro un sacchetto di plastica legato stretto sul portapacchi posteriori della bici tenuto fermo da una forte molla di ferro ?

Con il rischio di farli soffocare !.

Si rese conto allora  che l’incidente era avvenuto a cinquecento metri dal ponte che attraversava il fiume.

In un lampo intuì cosa intendeva fare la donna: Stava andando verso il fiume per liberarsi dei cuccioli buttandoli con tutto il sacchetto nel fiume per farli annegare.

E con un  altro lampo un pensiero crudele e terribile gli attraversò la mente: La Natura con quella donna si era presa la sua vendetta, la sua rivincita.

Con un colpo solo da una parte aveva risparmiato alle due bestioline una morte orribile per annegamento e dall’altra parte aveva punito la donna per la sua crudeltà.

Cercò di scacciare il pensiero che gli appariva come terribile ma nello stesso tempo si rese conto che l’episodio aveva un senso.

Il filo dei suoi pensieri ritornò alla domanda che si era posta prima che tutto ciò avvenisse ma la domanda oramai non lo assillava più di tanto.

Essersi convinto che le cose che ci accadono hanno un senso, anche se non riusciamo a coglierlo nella sua interezza, comunque lo aveva tranquillizzato.

 

 

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