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2/4/06

Un giorno Dio si stufò di continuare a mettere l’uno sull’altro grandi macigni per costruire le montagne, di scavare mari, di tracciare fiumi.

E decise che era ora di creare la vita.

Cominciò dalle forme più semplici e poi passò agli animali ed alle piante più complicate.

Creò perciò ogni specie di animali e di piante e di fiori e di frutti.

Vedeva crescere e svilupparsi l’opera sua e ne ammirava il mirabile equilibrio.

Gli pareva talora di avere creato su quel lontano pianeta una specie di piccolo paradiso.

Quando tutto pareva compiuto gli parve però che mancasse ancora qualcosa.

Gli pareva che mancasse in quel meraviglioso paradiso qualcuno che potesse accudirlo in sua assenza.

Creò allora una specie intelligente.

Si disse tra sé: Questa specie così intelligente, unica tra tutte le specie per intelligenza,  saprà ben curare le tante specie viventi, accudirle, proteggerle, farle prosperare.Saprà provvedere ai loro bisogni essendo essa l’unica specie in grado di capirli e di vederli.

Non fu così.

Quella specie così intelligente in breve tempo distrusse una quantità di specie viventi, ne divorò molte altre, inquinò con le sue feci le acque dei fiumi e dei mari.

Non bastandogli questo disastro inquinò l’aria ed i venti allo scopo di distruggere perfino sé stessa sembrandogli troppo lenti ed inefficaci gli altri sistemi che aveva  via via inventato per anniettarsi.

Ben presto il paradiso che Dio aveva creato si ammalò e comincio a deperire.L’intero pianeta era ormai morente.

Dio osservava sgomento quella lenta agonia chiedendosi dove avesse sbagliato.

Come era possibile che quella specie così intelligente non vedesse i disastri che andava seminando ovunque, come era possibile che fosse una specie così priva di pietà.

Dopo molto averci riflettuto comprese il suo errore :

Aveva fatto quella specie senziente troppo simile a lui compresa perciò la capacità di fare terribili cazzate.

 

 

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