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Il figlio coltiva nel proprio inconscio il complesso materno, e la conseguente dipendenza nei confronti della figura materna (analogo e reciproco discorso vale per ogni figlia e per il relativo complesso paterno), in quanto nella sua infanzia la madre (o il padre) ha coltivato verso il proprio bambino/a analoga dipendenza psichica.

Ed il fatto che l’imprinting infantile abbia impedito a quel figlio/a una normale crescita psichica ha sigillato in quell’inconscio quel complesso.

Il quale resterà tale fino a quando un processo di crescita normale non verrà riattivato in quella coscienza (fino alla presa di coscienza di sé) e quindi fino al totale riassorbimento di esso ed al totale superamento di quella dipendenza.

Nei sistemi familiari lo stesso legame di reciproca dipendenza si invera tra le psiche dei due partner, legame nel quale ciascuno proietta sull’altro sia ciò che più inconsciamente ama di sé sia ciò che altrettanto inconsciamente odia.

E lo stesso accade tra ciascuno dei due partner ed i rispettivi figli.

Rendendo ogni famiglia non un luogo di reciproco amore, assistenza e sostegno ma, talora, un incubo carcerario per tutti.

(scritto il 12/8/23)

 

 

 

 

 

 


 

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