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E' possibile che maggiore è la potenziale capacità di coscienza del soggetto e maggiori sono le potenzialità latenti del suo cervello (mai integrate nella coscienza e quindi  mai utilizzate) e maggiori saranno le probabilità che l'individuo sia esposto nel corso della sua vita a patologie più o meno severe tutte riconducibili simbolicamente a tale situazione di inconsapevole inerzia del suo ego.

Patologie tutte che in un modo o nell'altro rappresenteranno simbolicamente componenti istintuali del Sé genetico dell'individuo che mai hanno potuto raggiungere la sua coscienza.

Come a dire che in certi casi dal quadro clinico dell'individuo sarebbe perfino possibile capire quali siano i componenti istintuali del suo Sé maggiormente energizzati e che potrebbero avere generato quella specifica patologia.

Si tengano però presenti le difficoltà di questa possibile analisi.

Si immagini una lunghissima fila di questuanti di diversa nazionalità e di diversa lingua che prema alla porta della coscienza.

Tanto più tempo passa, a partire dalla nascita, e tanto più la fila si allunga.

E più si allunga più le "immagini" dei questuanti si sovrappongono tra di loro e più si mischiano e si confondono i loro linguaggi *.

E quel tipo di analisi diventerà sempre più complessa ed incomprensibile.

Oltre che inutile.

Tanto vale fare terapia al soggetto e risolvere il problema alla radice.

(*) Questa cosa richiama alla mente il mito della Torre di Babele, mito che dice che a causa della confusione dei linguaggi, fù impedìta la costruzione della torre (della coscienza del Sè).

 (scritto il 4/8/23)

 

 

 

 

 

 


 

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