La comunicazione dell’Altro ha in sé almeno  tre diversi livelli di comunicazione:

-         La comunicazione sensibile (quella percepibile da chiunque) la quale comprende anche la comunicazione corporale e gestuale;

-         La comunicazione, definibile come empatica, che veicola contenuti affettivi, energeticamente carichi, percepibili talora a livello psicosomatico dall’ascoltatore (un esempio banale è la comunicazione ansiogena la quale genera ansia nell’ascoltatore stesso);

-         La comunicazione di senso cioè la comunicazione del significato, inconscio all’Altro, veicolato dalla sua comunicazione.

Questi ultimi due livelli di comunicazione sono definibili come comunicazione subliminale cioè espressi al di sotto del livello di coscienza.

Quest’ultima comunicazione è comprensibile nel caso la coscienza dell’ascoltatore sia allenata alla comprensione intuitiva del significato della comunicazione umana.

Talora il significato veicolato dalla comunicazione dell’altro può rappresentarsi in un qualche sogno che si manifesta nella notte successiva al dialogo .In questo sogno viene rappresentato il significato inconscio veicolato nella comunicazione dell’Altro.

In linea di massima è molto frequente che il significato inconscio prevalente veicolato dalla comunicazione dell’Altro sia una sorta di provocazione al conflitto.

Il bisogno dell’Altro di inverare nella realtà sensibile il proprio conflitto intrapsichico rende spesso la sua comunicazione finalizzata a questo scopo .

Egli cioè inconsapevolmente (e si potrebbe dire disperatamente) tenta di attivare un qualche conflitto con il suo interlocutore in modo da rendere manifesto nella realtà quel suo conflitto inconscio.

Di solito questo bisogno di rappresentazione si incontra con l’analogo bisogno dell’interlocutore ed è perciò molto frequente l’insorgere tra i due di conflitti manifesti.

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