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Il pensiero razionale, espresso dalla funzione razionale o funzione pensiero   che dir si voglia , è per quanto complessa sia l'articolazione dell'argomento che esso esprime , un pensiero sostanzialmente semplice ed unilaterale.

Incapace di sfuggire alle regole della logica e della sequenzialità.

Incapace inoltre, per suo limite psichico, di formulare associazioni spontanee che vadano al di là del semplice balbettio.

Esso ignora inoltre lo spessore del simbolismo ed , in taluni casi più severe di dissociazione da sè  da parte della coscienza , ignora perfino  il significato della parola "senso"  al di fuori dell'ambito della sensorialità percettiva (i cinque sensi).

Tanto per fare una esemplificazione si leggano gli scritti di S. Freud (individuo razionale pressochè privo  di intuitività) ricche di inutili e sterili  concettualizzazioni razionali  e quelli  di C. G. Jung  il quale ha illustrato la potenza espressiva del simbolismo in ogni cultura e l'enorme spessore che esso svela nella ricchezza dei suoi significati in ogni aspetto della vita* e la sua potente capacità di rappresentazione.

Freud viene considerato il padre della (non ,aggiungo io) psicoanalisi perché essendo le sue teorie e le sue tecniche, assolutamente ininfluenti al fine di modificare radicalmente le distorsioni dell'imprinting infantile    sono quindi  molto rassicuranti rispetto all'immutabilità dello status quo nonchè alla (supposta) perenne immutabilità sia della condizione dissociativa sia del complesso di castrazione sia delle resistenze da tutto ciò indotte.

(*) Il limite della pur profonda teoria Junghiana (a parte la supposta esistenza di un inconscio collettivo concettualizzazione dell'Ombra ,di tutto ciò che non si è riuscito a capire) è l'analisi didattica .

La quale paralizza i discenti nella  adorazione acritica della teoria del “maestro” impedendo un  pur possibilissimo approfondimento di quella teoria. Analisi didattica che fornisce al discente un secondo imprinting castrante dal quale quel discente farà fatica  a liberarsi.

Occorrerebbe anche  insegnare a quest’ultimo  ad “uccidere”(ovviamente metaforicamente)  il suo guru.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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