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Prendere coscienza di qualsiasi cosa è equivalente a dire che si sta mutando in qualche modo la propria coscienza.

Qualsiasi tipo di ginnastica o di attività fisica si intraprenda è sempre  un'attività faticosa .

Talora perfino dolorosa.

E quel dolore ,quella sofferenza indica che in qualche modo si sta mutando o riattivando una qualche postura . una qualche articolazione , un qualche muscolo, un qualche tendine , ecc.  ma che contemporaneamente si sta mutando anche la propria coscienza.

Prendere, attraverso tutto ciò , coscienza del proprio corpo indica che si sta mutando in qualche modo la coscienza in quella direzione.

Si può esperire un certo movimento solo se di esso si ha coscienza.

E quel movimento potrà esperirsi solo se di esso si è preso coscienza.

Nello stesso tempo forzando l’apprendimento di quel movimento di esso si prende coscienza.

E la sofferenza e la fatica che ciò implica  dice non della fatica del corpo ma della fatica e delle resistenze della coscienza a mutare il suo stato precedente.

E’ esso lo sforzo di apprendimento della coscienza durante il quale , come nel caso delle terapie riabilitative  , una nuova parte del cervello/coscienza  apprende un nuovo movimento quando la parte di esso che a ciò era dedicato è stato in qualche modo danneggiato.

Quindi prendere coscienza implica in generale (ma  sostanzialmente si tratta  della  stessa cosa)  la contestuale  attivazione di  funzioni psichiche, mentali e di attività funzionali prima latenti ed inattive.

Ed ,insieme , la contestuale disattivazione di protesi e costrutti (i tanti falsi sè) della coscienza che malamente sostituivano quelle funzioni inconsce, latenti e disattive.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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