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Se uno ingerisce un cibo avariato il suo organismo tenta di liberarsene (vomito e diarrea) .

Se non riesce a farlo del tutto e prima che i veleni di quel cibo entrino in circolo occorrerà farsi fare una lavanda gastrica.

Ti infilano un tubo nello stomaco e comincia il lavaggio per buttar fuori la schifezza ingerita.

E nessuno si stupisce di questa pratica emergenziale nè perché essa sia tanto necessaria.

Per la coscienza infantile (e per il cervello o parte di esso che quella coscienza sottende) il cibo vitale sono le informazioni che essa assume nella infanzia  dalla realtà del suo ambiente.

Se queste informazioni (tecnicamente: “i significati delle esperienze vissute in quell’ambito”) sono avariate , guaste o velenose (cioè negano a quella coscienza l’esistenza degli istinti, dell’inconscio e del Sé del bambino/a) il modo per ripulire quella coscienza delle schifezze “ingerite” , suo malgrado e molto spesso malgrado gli stessi genitori,  è una “lavanda gastrica” un po’ più complicata di quella del Pronto Soccorso.

Questa pulizia della coscienza  si chiama psicoanalisi ed i veleni ingeriti da essa nel corso dell’infanzia vengono espulsi prendendo coscienza , grazie alla terapia analitica (“l’altro nome della lavanda gastrica”) , dei significati di quelle prime esperienze infantili.

Se questa lavanda riuscirà a funzionare il processo di crescita psichica riprenderà spontaneamente e quel processo di igienizzazione mentale viaggerà per tutta la vita automaticamente.

 

 


 

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