27/9/10

Teoria generale della coscienza.

Parrebbero esistere nell’individuo due tipi di coscienza.

Una è la coscienza sensoriale.

E’ la coscienza che percepisce sensorialmente o più precisamente che trasforma i segnali nervosi provenienti dagli organi di senso in immagini, suoni, ecc..

Questo grazie ad una funzione che si chiama “funzione percezione”.

Forse è una specificità degli esseri umani e non delle altre specie animali (ma non si hanno dati certi in proposito) il fatto che questo tipo di coscienza sia in grado di formulare pensieri ed elaborare informazioni (essendo dotata di una specifica funzione che si chiama “funzione pensiero” responsabile del pensiero razionale).

Il secondo tipo di coscienza è la coscienza di sé (coscienza del Sé) anche definibile come coscienza della esperienza di sé.

E’ presente negli esseri umani in misura più o meno minima .

Di fatto il feto nelle ultime settimane di gestazione qualcosa percepisce e struttura (per fatto genetico) un minimo nucleo di coscienza di sé.

Il trauma della nascita e/o traumi successivi e/o l’ambiente familiare infantile ostile alla crescita psichica inducono una condizione regressiva per cui questo tipo di coscienza nella maggior parte dei casi rimane in questa condizione primitiva e regressiva.

Rimane cioè come la coscienza di una condizione fusionale, simbiotica con la figura materna .

Una condizione come si è detto originaria , primitiva.

In queste condizioni la coscienza sensoriale, in mancanza di una immagine realistica del Sé, elabora costrutti concettuali (vere e proprie protesi del Sé altrimenti definibili come “falso sé”) sulla base delle informazioni che il bambino riceve dal suo ambiente parentale infantile.

Per intendersi semplificando se quell’ambiente tratta il bambino come un cretino la coscienza del bambino costruisce una immagine protesica di sé nel quale si vede come un cretino.

E’ l’adulto lotterà per tutta la vita contro una coscienza che lo vede (e lo gestisce e lo “tratta”) come un cretino.

La coscienza di Sé per crescere , svilupparsi ed acquisire una immagine reale del Sé (per sviluppare cioè una normale crescita psichica), ha bisogno dei contenuti dell’inconscio.

Grazie a questi contenuti (altrimenti definibili come “significati”), acquisibili con la capacità intuitiva di solito azzerata nell’individuo (e questo è uno dei motivi della mancata crescita psichica cioè della incapacità di acquisire informazioni strutturali dal proprio inconscio), la coscienza di sé costruisce una immagine reale e realistica del proprio Sé.

La capacità intuitiva cioè la capacità di comprendere intuitivamente (anche se non in consapevolezza) il significato dei simboli onirici si chiama “funzione intuizione”.

Ed  è la terza funzione della coscienza ritenuta anche una funzione “inferiore” diversamente delle prime due ritenute funzioni superiori (Boh!!!).

Per completezza di trattazione esiste nella coscienza di sé una quarta funzione che si chiama “funzione sentimento o funzione sensazione”.

Anche questa è ritenuta una funzione inferiore in quanto come la funzione intuizione essa è (ma spesso o talora così non è negli individui adulti) radicata nell’inconscio e nei suoi contenuti istintuali.

 

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