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Il linguaggio digitale ci ha ormai abituato al fatto che con tale linguaggio (una sequenza di 0-1) si può rappresentare praticamente quasi tutto.

Ci sono alcune eccezioni (il tatto, l’olfatto, ecc.) ma grazie ai linguaggi simbolici e metaforici il linguaggio digitale può rappresentare tutto il conoscibile.

Se la visione di J. L. Borges dell’Aleph fosse una rappresentazione visionaria , fantasiosa ma rappresentativa di una sovrapposizione quantistica si può ben ipotizzare che il vero linguaggio universale è il linguaggio dei mutamenti quantici degli elettroni.

Grazie ai quali è possibile rappresentare non tutto il conoscibile ma bensì tutto l’esistente nell’Universo.

Ed il meccanismo di elaborazione di tale immensa quantità di informazioni quantiche (praticamente si può immaginare l’elaborazione di tutte le informazioni quantiche dell’Universo in ogni istante T della loro formazione nel quale si è formata una loro sovrapposizione quantistica)  rende inimmaginabile quale possa essere il risultato di una tale gigantesco calcolo.

O forse lo rende perfino immaginabile.

Dato che il risultato di tale immane calcolo potrebbe essere ciò che di più complesso è possibile immaginare e cioè la vita nell’Universo, una molecola organica dalla quale la vita e la sua evoluzione, in determinati ambienti ad essa favorevole, si svilupperebbe ed evolverebbe.

Un evento unico in quel pianeta, il cui ambiente l’ha reso possibile,  ma sicuramente non unico in quell’immenso Universo.

 (scritto il 28/5/23)

 

 

 

 

 

 


 

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