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Quando un artista ha una buona giornata e l’ispirazione creativa dona alla sua coscienza buon materiale, buoni spunti, per creare una poesia, un racconto, un quadro, ecc., ecc. alla fine del lavoro l’artista si mette sul divano e godendosi lo stato di gratificazione che quel suo lavoro gli ha donato sente di non avere in quelle ore vissuto invano.

Naturalmente ormai sappiamo che quello stato di gratificazione, di momentanea beatitudine significa che aver dato spazio nella coscienza e nella realtà a quella ispirazione creativa implica anche che un quid, un quanto di libido è entrato in quella coscienza, arricchendola e gratificandola.

Diciamo pure, per volgarizzare,  un piccolissimo orgasmo mentale.

Succede così anche quando si lascia spazio (cosa di ben lunga data ormai) alle intuizioni spontanee (agli insight) dalle quali sviluppare dei nuovi concetti, creare nuova conoscenza, prima relegata nei meandri dell’inconscio e del cervello profondo, e che l’elaborazione spontanea del cervello stesso sviluppa.

Ed alla fine della giornata di lavoro essere gratificato dalla soddisfacente sensazione di aver sviluppato una buona giornata di lavoro, di avere vissuto quelle ore essendosi guadagnato l’aria che si è respirato, di essersi ben guadagnato quella ulteriore  giornata  di vita,  non  è , non è proprio,  poca cosa.

(scritto il 28/5/23)

 

 

 

 

 

 


 

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