L’esperimento è riportato da Vilayanur S. Ramachandram in “ Che cosa sappiamo della mente “.

Il cervello ha in sé una mappa completa della superficie del corpo chiamata “Homunculus ….ecc.”.

Ad un uomo cui era stato amputato il braccio sinistro si fa scorrere dell’acqua sulla guancia e lui percepisce freddo alla mano sinistra (inesistente in quell’organismo).

Se si tocca un punto  della guancia con del ghiaccio l’uomo  sente freddo all’indice della stessa mano .

E così via.

Il cervello non ricevendo più segnali dai nervi del braccio sinistro (amputato) ricostruisce come può un mappa del “falso braccio” allocando la locazione  della corrispondete percezione sensoriale tattile sulla guancia sinistra.

Quando in psicoanalisi si parla di protesi del falso sé, costruite dalla coscienza dell’individuo dissociato (in sostituzione dell’immagine del proprio Sé che la condizione dissociativa ha impedito a quella coscienza di integrare in sé),  occorre ricordarsi di  questo semplicissimo esperimento riportato nel testo prima citato.

Il cervello nella sua enorme potenzialità plastica sostituisce ciò che gli manca in termini di informazioni VITALI con delle protesi sostitutive.

E le protesi del falso sé nella coscienza hanno la stessa “efficienza” (sic) , per la vita e nella vita dell’individuo dissociato da sé,  della "efficienza" funzionale che hanno le false sensazioni tattili percepite da quell’uomo cui era stato amputato il braccio sinistro.

 


 

Torna alla home pageTorna alla pagina indici Settembre 2020