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La prima è la cosa in sè ed il secondo è il suo buffone, la sua protesi, l'immagine grottesca che la coscienza dissociata si dà di ciò che non conosce e non può comprendere.

La prima è il risultato della fatica umanissima di dare l'immagine del proprio Sè alla propria coscienza affinché con ciò essa  riconosca infine la reale natura , la reale natura umana dell'individuo.

Fatica che tecnicamente  si chiama "processo di individuazione" (o processo di crescita psichica).

Il secondo è la negazione assoluta di tutto ciò e la sopraffazione di quella profonda umanità da parte della patologia mentale.

Discendono dal secondo le idee sovraniste, la propensione al particolare ed al localismo, la spinta al frazionismo, l'egoismo cieco ed ottuso.

E quindi la spinta al separare, al dividere, al parcellizzare.

Sfuggendo inorriditi da ogni idea di unità, di unitarietà, di comunità solidale, di altruismo.

(scritto il 11/5/23)

 

 

 

 

 

 


 

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