Negli animali sociali , compresi gli esseri umani, si diventa tali grazie ad una spinta emulativa inconscia la quale sospinge coattivamente ciascun individuo  a COMPORTARSI COME GLI ALTRI, ad esperire cioè comportamenti socialmente accettabili.

    Nell’essere umano  inconscio e dissociato da sé questa spinta sospinge inoltre ciascun individuo ad ESSERE COME GLI ALTRI.

Si tratta in ogni caso di una pressione alquanto intensa cui è assolutamente impossibile all’individuo inconscio di sé di  resistere  non potendo percepirla coscientemente .

    Da questa spinta nasce il gregarismo sociale tra gli esseri umani ed il branco , il gregge , lo sciame, ecc. tra gli altri animali.

Mentre tra le altre specie quella spinta emulativa aiuta i membri del gruppo sociale  , quale che esso sia, a sopravvivere (ma non toglie a ciascun individuo di quel gruppo , ad eccezione di alcune particolari specie, la sua individualità) nell’essere umano inconscio e dissociato di sé essa tende a massificarlo impedendogli come può la riunificazione con sé stesso .

Ciò in quanto in quegli animali nel corso della loro infanzia il processo di crescita psichica , l’accettazione e l’integrazione della rispettiva istintività è avvenuto con successo.

E non bisogna certo essere nella testa di quegli animali per comprenderlo .

Quella condizione contribuisce in maniera determinante  alla sopravvivenza dell’individuo e della specie.

Tra gli esseri umani quella spinta omologatrice , essendo per lo più inconscia , impedisce di solito all’ego , di poter scegliere se adeguarsi o non adeguarsi a questa sollecitazione a seconda della situazione.

Esperire comportamenti socialmente accettabili ed essere diverso dagli altri come individuo, cioè essere cosciente di sè, sono due cose tra di loro ovviamente assolutamente compatibili.

 

 


 

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