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Due corpi , quello maschile e quello femminile, danno  la vita al bambino/a , presumibilmente con amore , e che con lo stesso amore lo nutriranno e lo terranno in vita.

E’ abbastanza terrificante pensare che in quegli stessi corpi possa albergare  una coscienza afflitta da un complesso di castrazione che infliggerà a quel bambino/a nei primi mesi ed anni della sua vita un danno psichico permanente.

Danno psichico il quale  prima o dopo , quale che siano le forme fisiche e psichiche con le quali quel danno si renderà manifesto , svilupperà i suoi effetti duraturi e permanenti in quella vita.

La castrazione parentale blocca il primo affioramento di un qualche contenuto istintuale dell’inconscio (il primo affioramento del piccolo Sé del bambino/a) in quella giovanissima coscienza.

Contenuto istintuale il quale  là rimarrà incistato per sempre (salvo ovviamente eventuale terapia).

Quel primo contenuto istintuale nella coscienza assicurerà un , seppur labile ed asfittico, rapporto libidico (cioè energetico) tra quell’inconscio e quella coscienza.

Ancora più terrificante è il pensare che a questo tenue collegamento libidico è appesa quella giovane vita.

E’ da considerarsi possibile che se l’azione castrante  delle coscienze parentali dovesse innalzare , per qualsiasi motivo. il suo livello di brutalità (inducendo gli adeguati comportamenti con contenuti significativi ancora più repressivi)  quel tenue filo potrebbe spezzarsi e ciò implicherebbe l’ interruzione di quella giovane vita.

Quale che sia la forma in cui ciò possa avvenire e nella totale inconsapevolezza di tutti.

Quando si suol dire che la vita umana è legata ad un sottilissimo filo così ben si comprende come questo detto abbia un suo profondissimo significato.

 

 

 

 

 

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