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Dice Diderot in “Jacques le fataliste” : Giunse così a un immenso castello , sul cui frontone era inciso:”Non appartengo a nessuno,e appartengo a tutti; prima di entrare eri già qui, qua resterai quando sarai uscito”.

Ciò che è innato nella coscienza era già là prima che (il Sé incosncio) vi entrasse e là resterà dopo che sarà andato via.

Il Sé , l’immagine del sé,  è geneticamente  innata nella coscienza e là attende che la forza vivificatrice dei significati dell’inconscio e del Sé inconscio ivi la raggiungano.

Dice un sogno:” Uno vive solo in cima ad una altissima scoscesa montagna e si giunge in quel posto solo con una ardita teleferica.Si lamenta con suo padre perché viene molto attaccato.Ed il padre gli dice che avrebbe dovuto immaginarlo che sarebbe successo. Possibile che non ci siano difese, dice lui.Poi un giorno sta male ed il padre con difficoltà riesce  a raggiungerlo .E’ un bambino molto piccolo ed  il padre lo lava e rapidamente lo asciuga e lo accudisce.”

Quando il “bambino divino” la nuova vita che vivifica la coscienza dissociata entra , finalmente, in quella  coscienza ha una missione: Connettersi con un altro “bambino” (l’immagine del Sé geneticamente innata nella coscienza).

Nel sogno il padre (Il Sé ex inconscio ora cosciente )  raggiunge il figlio bambino (l’immagine del Sé geneticamente innata nella coscienza) da lui dissociato e distaccato fin da dopo la nascita realizzando con ciò il progetto della coscienza del Sé.

 

 

 

 

 

 

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