La ricerca in psicoanalisi non può prescindere dalla osservazione della Natura dato che essa per certi versi , più di ogni altra , potrebbe definirsi “scienza della Natura”.

Solo l’etologia ha un qualche legame con la psicoanalisi dato che i comportamenti umani ed animali sono portatori di significato.

In questa ottica osserviamo un fenomeno comportamentale in parte già riferito in questi scritti.

Un grosso gatto bianco e nero , sterilizzato, arriva in area.

Viene nutrito , entra in casa ecc.

Ogni volta che si allunga la mano per carezzarlo reagisce, graffiando e mordendo.

Talora soffiando di brutto.

Dopo vari tentativi indossando un guanto di cuoio si scopre che egli accetta le carezze e non reagisce aggressivamente come prima .

Tolto il guanto tutto è come prima.

Dopo molto tempo di questo trattamento si arriva al punto in cui accucciato in un particolare luogo accetta le carezze senza il guanto entrando contemporaneamente  in uno stato di regressione infantile evidenziato dal comportamento “impastare il pane” , comportamento evocativo della fase di allattamento al seno materno durante il quale premeva alternativamente  con le zampe anteriori sul seno per provocare l’uscita del latte.

Possiamo qui tranquillamente parlare di due stati di coscienza.

Uno stato di coscienza adulto nel quale le difese sono attive , reattive e coatte ed uno stato di coscienza regredito all’infanzia nel quale  l’animale  , in quanto assolutamente fiducioso, rilascia ogni difesa ed accetta praticamente tutto.

Lo stesso vale per la coscienza umana.

Nello stato adulto e consolidato nessun contenuto significativo e mutageno  può avere accesso alla coscienza.

Le difese sono tutte allertate ed ogni tentativo verrà vanificato.

Se dopo ripetuti incontri  si ottiene la fiducia del soggetto la coscienza allenta le difese e se ritrova la condizione regressiva del livello infantile accetta facilmente ogni contenuto significativo mutageno che la comunicazione terapeutica porta  a quella coscienza.

Nel bambino/a quella condizione , normale in quella età, di passiva accettazione rispetto all’ambito familiare fa si che ogni contenuto proveniente da quell’ambito attinga la piccola coscienza creando strutture psichiche analoghe a quelle prevalenti in quell’ambito.

Se negli adulti il rapporto è , grazie al transfert ed al controtransfert , solo tra inconsci (con assoluta esclusione di ogni tipologia di rapporto terapeutico) le cose sono molto più facili in quanto quel rapporto tra inconsci è privo di sovrastrutture difensive.

L’inconscio malato (a causa di una coscienza castrante) si fida ciecamente dell’inconscio liberato .

E la comunicazione in una direzione e nell’altra è sempre proficua.

Nella direzione ovviamente del risanamento della coscienza dissociata.

 

 


 

Torna alla home pageTorna alla pagina indici Luglio 2020