Succede che si proietti la propria Anima o il proprio Animus (nel caso delle donne) sull’altra o sull’altro.

Ed  è amore ciò che ne nasce . Amore intenso e forte e profondo.

Succede anche che si ami l’altra o l’altro e non si ami , paradossalmente, sé stesso o sé stessa.

La condizione dissociativa impedisce che questo amore nasca e si sviluppi e perciò esso si proietta sull’altra o sull’altro.

Amare sé stesso è cosa diversa dal curarsi, dal curare il proprio aspetto ecc..

Amare sé stesso è cosa diversa dall’amare la propria immagine , il proprio Narciso.

Amare sé stesso  significa dare a sé stesso ciò cui il proprio inconscio ed il proprio Sé hanno bisogno.

E cioè comprensione intuitiva.

E’ ciò  il  comprendere intuitivamente i propri sogni e comprendere intuitivamente i sogni di chiunque li porti a te.

Amare sé stesso nulla toglie all’amore verso l’altro/a.

Anzi rafforza quell’amore e porta con sé con forza l’amore verso la propria vita, verso la vita , verso la vita di ogni vivente .

A qualunque specie esso appartenga.

L’amore negato verso sè stesso , nel senso suddetto, in quanto negato si proietta .

E si proietta sull’altro, sull’altra , sugli oggetti, sulle cose , sulle proprie o sulle altrui idee.

Quando si comprende che l’altra non è Anima, o l’altro non è Animus, si restituisce all’altra o all’altro la sua reale identità che quella proiezione in qualche modo sottrae ed impedisce.

Quando si capisce che Anima o Animus è a sua volta una rappresentazione simbolica della propria funzione intuizione si restituisce in parte a sé stessi la propria identità che quella incomprensione in qualche modo sottrae ed impedisce.

Quando infine si riconosce che l’amore verso l’altra o verso l’altro è anche una rappresentazione dell’amore verso di sé, verso i propri istinti, verso il proprio Sé , verso la propria coscienza rigenerata allora vuol dire che si é molto avanti nella strada della crescita che molto tempo prima si era intrapresa.

 


 

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