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La vita è un inferno :

-         Quando la coscienza è completamente isolata dai contenuti istintuali dell’inconscio e da ogni possibilità di afflusso libidico;

-         Quando i contenuti istintuali dell’inconscio non integrati sono sovraccarichi energeticamente e premono costantemente contro i blocchi castranti della coscienza;

-         Quando il processo di crescita psichica geneticamente preordinato,che ha fallito a causa di quei blocchi castranti  la sua possibilità di realizzazione nella coscienza,  continua a caricare nuovi contenuti istintuali nell’inconscio ed a sempre più energizzare quelli già là presenti.

-         Quando tutto ciò accade nella prima parte della vita con un adattamento inadeguato e fragile rispetto ad una condizione psichica a dir poco severa.

Per uscire da questo inferno che diventa ogni giorno più insopportabile ci sono tre  strade:

-         Il suicidio;

-         L’affidarsi alle sostanze psicotrope che danno un temporaneo sollievo da quell’inferno in quanto agiscono chimicamente sulla coscienza allentandone temporaneamente  la terribile morsa sull’inconscio.E’ questa la variante lenta della prima strada;

-         Le terapie chimiche che disintossichino progressivamente il soggetto affiancate sinergicamente dalla terapia analitica.

I soggetti tossicodipendenti ancora nella minore età hanno perduto , se mai l’hanno avuta, la capacità di scegliere , la capacità di intendere e di volere.

Il bisogno compulsivo di droga è talmente totalizzante che essi hanno ormai perso ogni capacità di resistenza e vivono ed agiscono la loro vita solo in funzione delle sostanze.

Infilandosi perciò incoscientemente ed inconsapevolmente in situazioni terribili che talora li portano alla morte.

Questa condizione psicologica dei minori tossicodipendenti giustificherebbe di per sé il ricorso per essi al trattamento sanitario obbligatorio in strutture protette allo scopo non solo di curarli ma anche per salvar loro la vita.

Il complesso di castrazione che attanaglia la loro psiche li sta inducendo com’è evidente  più o meno velocemente verso l’autodistruzione .

La tossicodipendenza è la strada più o meno lunga per soddisfare quella spinta autodistruttiva.

La tossicodipendenza , che probabilmente è molto più diffusa di quanto si creda e si immagini, produce ricchezza per una quantità di organizzazioni criminali e di criminalità diffusa che attaccano il tessuto sociale delle democrazie .

Gli interventi , che dovrebbero essere ben massivi, necessari per curare i tossicodipendenti non servirebbero solo per curarli (minorenni o adulti che siano) ma sarebbero anche interventi di bonifica sociale rispetto a quelle forme di criminalità.

Il considerare talune droghe come farmaci e prescriverne liberamente l’uso sotto il controllo di strutture sanitarie è un’altra strada, più alleggerita della prima, per affrontare un problema medico e sociale che coinvolge milioni di individui che trovano nelle droghe un temporaneo quanto illusorio  sollievo alla loro pesantissima condizione psichica.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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