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Ma potrebbe essere ciò una specificità solo umana fermo restando che essa sarebbe  solo la manifestazione apparente di un sottostante processo biochimico del tutto analogo, esso si, a quello che si sviluppa nella coscienza dei gatti.

La domanda però dovrebbe essere :

Dato che la coscienza di Sé è geneticamente innata nella coscienza animale perché c’è bisogno della funzione onirica per attivare il processo  di integrazione dei contenuti istintuali che “accenda” punto a punto quella coscienza innata ?.

La risposta potrebbe essere:

Il Sé (la reale natura animale di ciascuna specie) è ovviamente diverso da specie a specie.

Inoltre l’ambiente nel quale ciascun individuo nasce è diverso da individuo ad individuo.

Per cui la funzione onirica rende possibile  attivare in ciascun individuo una coscienza di sé adeguata a ciò che la controparte , l’ambiente , consente.

Una funzione quindi che consente lo specifico adattamento di ciascun individuo all’ambiente nel quale esso nasce.

Nasce nella giungla selvaggia e la funzione onirica  attiva una certo tipo di coscienza di sé , nasce nel salotto di casa e sarà un altro tipo di coscienza di sé ad essere attivata.

Nel caso degli umani che nascono in un ambito parentale di coscienze dissociate la “coscienza di sé” che sarà possibile attivare sarà solo una coscienza dissociata.

E da quì la disgrazia collettiva di nascere umani in un ambiente di individui alienati da sè.

In sintesi:

La funzione onirica potrebbe essere  un attivatore neuronale di processi biochimici nel cervello/coscienza cosa che rende possibile l’attivazione della coscienza di sé , compatibilmente e nel limite della  pressione ambientale reale.

Da ciò dovrebbe discendere che le coscienze , il cervello , funziona nello stesso modo in ogni specie animale  di tale organo  dotata.

La valutazione della realtà ambientale e del limite alla possibilità di crescita psichica è devoluta perciò ad una macchinetta stupida cioè alla coscienza.

Cosa che peraltro rende possibile la sopravvivenza delle specie in ogni ambiente.

In tutte le specie ad eccezione della specie umana.

Lo sviluppo della funzione egotica rende allora possibile agli individui di poter decidere una volta assodato di essere nati in una ambito psichico di merda (con tutto il rispetto per gli incolpevoli esseri umani che lo componevano) di poter dire “me ne fotte un cazzo  di quell’antico ambiente e vado avanti per conto mio”  .

In pratica una via di salvezza specifica per la  specie umana.

Tanto specifica che viene da chiedersi se lo sviluppo evolutivo dell’ego, e di quella parte del cervello che lo gestisce , non sia una conseguenza evolutiva necessitata proprio delle limitazioni alla potenzialità di crescita psichica degli individui della specie umana imposte da ambiti parentali storicamente (e parliamo di millenni)  asfittici.

Asfittici a dir poco.

In un dialogo evoluzionistico continuo dove  le possibilità di sviluppo psichico vengono “strizzate” da ambiti parentali asfittici rendendo perciò necessario una  progressiva evoluzione  dell’ego .

Progressivo sviluppo evoluzionistico che rende da parte sua sempre di più insopportabili (sintomi di tutti i tipi , DSM IV, ecc., ecc.) quelle limitazioni psichiche .

 

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