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Se un ricercatore avesse puntato i propri strumenti verso una lontana galassia e solo da quelle fonti ricevesse informazioni dopo un po’ costruirebbe una teoria circa le caratteristiche di quel lontano ammasso.

Siccome solo da là egli riceve informazioni egli sulla base di ogni nuova informazione ricevuta rielaborerebbe la propria teoria adeguandola alle nuove informazioni.

Se fosse un ricercatore scemo e si innamorasse della prima teoria elaborata, ammirandone la perfezione logica , passerebbe la propria vita a ricercare solo le informazioni che confermano quella teoria scartando tutte le altre che via via la smentiscono in tutto o in parte.

I soldi spesi per il suo osservatorio sarebbero soldi buttati via.

Ed egli avrebbe altresì buttato via la propria vita.

Se c’è un principio mortale per la scienza e per la conoscenza , per qualsiasi scienza , questo è il principio di coerenza.

La coerenza avrà forse valore in qualche campo della vita , benché considerata la mutabilità di quest’ultima , non saprei proprio a quale campo assegnarla.

Adesso ruotiamo il telescopio di 180 gradi e puntiamolo su una vicina galassia, l’inconscio.

Anche qui ovviamente ha enorme valore , nello sforzo di conoscenza , l’assoluta incoerenza nella elaborazione di qualsiasi teoria e ha valore zero assoluto il principio di coerenza.

Inchiodarsi in questo campo , come in qualsiasi campo scientifico , al principio di coerenza significa inchiodarsi nella adorazione mistica di una qualsivoglia  teoria e tradire miseramente sé stessi.

Significa passare  la propria vita a ricercare le informazioni che confermano quella teoria e negare valore ad ogni altra informazioni che invece la smentiscono.

 

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