20/7/09

Una congettura intuitiva.

E’ possibile che il rapporto tra coscienza ed inconscio sia un problema di frequenza.

Nel senso che i processi razionali hanno bisogno per essere esercitati di una coscienza che lavora a ritmi molto alti, ad una frequenza molto alta .

Questo livello di funzionamento rende possibile l’alimentazione energetica della coscienza ma paralizza la possibilità di affluenza di informazioni del Sé da parte dell’inconscio.

Ciò in quanto per recepire questo tipo di informazioni è necessaria una coscienza che lavora a ritmi molto bassi cioè a bassa frequenza.

(Per inciso è questo uno dei motivi per cui una persona razionale seppur di ottima intelligenza non riesce assolutamente a capire nulla di ciò che è simbolico.)

In altre parole è possibile che la funzione razionale sia una funzione che richiede alte frequenze di funzionamento della coscienza mentre invece la funzione intuizione richiede un livello molto più basso di frequenza di funzionamento.

Paradossalmente parrebbe perciò che una coscienza schermata nei confronti dell’inconscio sia una coscienza solamente razionale che impedisce , per il suo stesso modo di funzionamento, il contatto funzionale con l’inconscio.

Il processo di crescita ed il processo di superamento della dissociazione della coscienza sarebbero pertanto un processo di progressivo abbassamento del livello di frequenza della coscienza (un abbassamento del niveau mental) in modo di rendere possibile l’attivazione della funzione intuizione e pertanto una ripresa di contatto tra coscienza ed inconscio e l’attivazione di un flusso di informazione (le informazioni del Sé) tra i due soggetti psichici.

Senza peraltro abbandonare l’avvenuta acquisizione, fin dalla età infantile, della capacità razionale.

Nello condizione di sonno rem il livello mentale della coscienza è al suo livello più basso possibile (se non addirittura nullo) e ciò rende possibile all’inconscio di rilasciare nella coscienza le sue immagini simboliche cioè i sogni.

Negli animali superiori il livello mentale deve essere necessariamente basso (a bassa frequenza) allo scopo di recepire con immediatezza le pulsioni istintuali indispensabili per la sopravvivenza.

Ed è per questo che gli animali superiori “non possono essere razionali”.

La loro coscienza non può raggiungere, per motivi di sopravvivenza appunto, un livello di elaborazione tanto elevato da acquisire il livello della razionalità (e perciò della coscienza come noi la intendiamo).

Il passaggio strutturale da un livello mentale a bassa frequenza (quella dell’animale superiore) ad un livello mentale ad alta frequenza (cioè una funzione pensiero sviluppata) probabilmente ha a suo tempo implicato il passaggio dallo stato di coscienza dell’animale superiore allo stato di coscienza dell’uomo.)

 

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