La creatività è la capacità dell’individuo di produrre poesia, pittura , trame cinematografiche , ecc..

Di produrre cioè arte.

Essa è la via di fuga possibile che la coscienza consente alla libido ed ai corrispondenti contenuti simbolici inconsci.

Via di fuga  per  raggiungere la realtà sensibile.

Nelle forme artistiche possibili.

Quei contenuti simbolici, i quali si esprimono nella realtà sensibile nella forma dell’arte ,  non hanno potuto subire  da parte della coscienza , che ne è in quel momento incapace, il processo di trasformazione in significato.

E questo significato, questi significati, nell’opera d’arte perciò si rappresentano a disposizione di coloro che siano in grado di comprenderli consapevolmente.

Ma soprattutto essi sono una forma di didattica inconsapevole per quelle coscienze che hanno conservato una qual certa sensibilità , una qualche inconsapevole  capacità ricettiva rispetto a quei contenuti.

Nel caso della intuizione la libido alimenta il processo intuitivo il quale trasforma i contenuti simbolici in significato, in informazione.

Significati che insieme alla corrispondente libido arricchiscono e mutano la coscienza.

Nel caso della intuizione perciò la libido è da una parte il veicolo di quei significati e dall’altra parte è il carburante che alimenta la capacità intuitiva.

Per cui la libido se da una parte è il carburante della sessualità da un’altra parte , per un altro versante, è anche il carburante della funzione intuizione.

L’incapacità di comprendere i significati dei simboli, dei linguaggi simbolici, è dovuto in prima battuta alla carenza od alla totale assenza di affluenza libidica alla coscienza, cosa che impedisce tra l’altro lo sviluppo della funzione intuitiva.

Non c’è da stupirsi se l’individuo creativo , nel corso del percorso di trasformazione della coscienza grazie alla terapia, veda virare la propria creatività verso una forma di creatività più alta cioè verso la creazione di sé stesso nella propria coscienza.

La capacità razionale è la capacità di elaborazione “a freddo” prodotta dai  processi neuronali .

Essa è la capacità di elaborazione residuale rispetto a quella parte di capacità elaborativa (la quale può essere anche totalizzante) che mantiene attive le protesi , più o meno monumentali, del falso sé.

 

 

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