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Ad Ercole nella mitologia romana (Eracle in quella greca) viene imposto di compiere dodici tremende imprese.

Esse rappresentano le fatiche che il Sé/Ercole dovrà compiere per entrare nella sua coscienza, la coscienza del  Sé appunto.

In molti sogni il numero 12 è un numero simbolo il quale rappresenta appunto la totalità del Sé.

Il numero dodici in questa mitologia non è ovviamente scelto a caso.

Il racconto mitologico distingue tra il catturare ed il portare altrove e l’uccidere.

Il catturare ed il rubare ed il portare altrove  rappresentano la presa di coscienza di un qualche contenuto inconscio mentre l’uccidere rappresenta il superamento definitivo di aspetti negativi della psiche.

La narrazione delle dodici fatiche viene qui riportata sinteticamente in quanto la narrazione completa è ritrovabile dappertutto.

 

-          Prima fatica: Uccidere l’invulnerabile leone di Nemea la cui pelle è impenetrabile ad ogni arma. Egli può essere ucciso solo con la forza delle mani = La “pelle” della coscienza dissociata  , a causa delle sue potenti schermature e resistenze , è  impenetrabile  ad ogni “attacco” della razionalità. Solo la funzione intuizione può “penetrare”  quella  “pelle” ed “uccidere “ la coscienza dissociata;

 

-          Seconda fatica: Uccidere l’immortale Idra di Lerna, mostro velenossimo che può uccidere un uomo con il solo respiro (una specie di fiatella mortale).Serpente marino con nove teste che ricrescono ogni volta che vengono tagliate mentre la testa centrale è immortale = Rappresenta la coscienza dissociata afflitta da un mostruoso complesso di castrazione, la testa centrale immortale (ma che immortale invece non è);

 

-          Terza fatica:Catturare la bianca cerva di Cerinea la quale incantava gli inseguitori  e fuggiva senza mai fermarsi trascinandoli in paesi dai quali non c’era ritorno = La fascinosa coscienza del Sé la cui ricerca in sé stessi fa correre qualche rischio (hybris, follia, ecc.);

 

-          Quarta fatica: Catturare il cinghiale di Erimanto ferocissimo suino che terrorizzava tutta la regione = Parrebbe rappresentare la presa di coscienza del principio maschile;

 

-          Quinta fatica:Ripulire le stalle di Augia il quale aveva moltissimi animali che crescevano sempre di numero. Augia non puliva mai le sue stalle tanto che le mosche del letame accumulato oscuravano il cielo = La ripulitura radicale della coscienza dissociata dalle sue tantissime protesi del falso sè grazie alla libido. Nei sogni tali protesi talora si rappresentano appunto come escrementi;

(continua)

 

 

 

 

 

 

 

 


 

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