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I riti hanno la caratteristica comune di essere sempre uguali a loro stessi, intessuti da una grande quantità di simbolismi e perduranti invariati nel tempo.

In saecula saeculorum.

Questa loro costanza ed invarianza dà una sensazione di sicurezza alla coscienza dissociata circa la sua perennità  e la rassicura inoltre circa la sua immutabilità.

In parole povere hanno funzione rassicuratrice nonché  remotivante rispetto all’ansia inconscia.

Peraltro i riti di alcune religioni sono come si è detto portatori di una grande quantità di significati simbolici spesso assolutamente costruttivi e benefici.

Si riporta qui come solo esempio il rito della via crucis il quale è una grande e potente rappresentazione di un processo di crescita psichica che si conclude  con la presa di coscienza del Sé (la crocifissione del Cristo).

Questi riti perciò avrebbero anche l’altissima funzione di dare alla coscienza significati mutageni nella direzione della crescita psichica.

Cosa del tutto sconosciuta immagino anche a chi questi riti accuratamente esegue e propone alle masse.

I riti hanno come si è detto funzione rassicuratrice ed ansiolitica esattamente come  , seppure ad un diverso livello di intensità, delle abitudini consolidate.

 Queste ultime sono il frutto di coazioni a ripetere, cioè da automatismi della coscienza (piccole o grandi auto-pogrammazioni) ,  i quali attivano automatismi comportamentali che danno un senso di sicurezza ed invariabilità.

Tentare di spezzare il ciclo delle abitudini ripetitive, nelle coscienze dissociate,  può generare ansia e perfino attacchi di panico.

 

 

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