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(Qui si fanno lavori di psicoanalisi , e , con moltissimi dubbi, di fisica altra.

O ,se si preferisce, di fantascienza o forse  di altra diversa  e sconosciuta non scienza.)

 

Lo studiolo era modesto.

Qualche foto  dei grandi alle pareti: Un Marx barbuto, un pensoso Jung.

Un crocifisso, che così tanto ci rappresenta.

Le altre foto, quelle veramente importanti, nel cuore.

 Uno sgabello davanti al marchingegno per scrivere.

Intorno grandi campi immersi nella nebbia o, a volte, nel sole.

Tesseva le sue frasi seguendo l'onda marina, a lui solo nota, che ogni tanto raggiungeva la riva.

Ne raccoglieva spuma, schizzi, piccoli gusci, il sapore forte del salino, l'odore pungente del mare.

E componeva con essi dei piccoli quadretti che parlavano di mondi, a pochi, poco conosciuti e di altri mondi sconosciuti pressochè a tutti.

Lavorava a lungo e aveva negli anni molto lavorato.

Prima per guadagnarsi onestamente il pane in un piccolo paese di molti corrotti.

Dopo, trovata la strada, nello scrivere di lui e di tutti.

Non del loro aspetto o del loro apparire ma di loro cose profonde, invisibili ai più.

Motori però della vita, dell'amore, dell'odio, della salute, della malattia,  del dolore, del destino.

Qualche rara volta della gioia e del piacere.

Rarissime volte della felicità.

Chiedendosi spesso: Capiranno mai?.

     (scritto il 11/2/23)

 

 

 

 

 

 


 

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