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Se una piccola coscienza è stata “educata” (sic!) dal proprio ambito parentale infantile ad odiare i propri contenuti istintuali (il proprio Sé, il proprio inconscio ed i suoi contenuti, i propri istinti sessuali, il proprio principio maschile e/o femminile , ecc.) l’adulto  coverà inconsapevolmente questo odio contro di sé e prima o dopo lo esteriorizzerà attivando odii di varia natura verso gli altri, verso ogni tipo di diversità.

Essendo questa condizione psichica piuttosto diffusa l’adesione verso questi comportamenti che odiano ed escludono diventano ben presto meccanismi di inclusione sociale, meccanismi di socializzazione e di omogeneizzazione sociale.

La cosa si verifica non solo al fine  di esteriorizzare un odio profondo ed inconscio verso sé stessi ma ha anche un altro scopo.

Odiare l’altro suscita ineluttabilmente odio verso di sé.

E la coscienza dissociata ha bisogno di questo odio contro di sé da una parte  per rafforzare e perpetuare  l’odio che essa stessa coltiva inconsapevolmente verso i propri contenuti inconsci e dall’altra parte come rappresentazione inconscia di ciò che è e di ciò  che inconsapevolmente fa contro l’individuo stesso

 

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