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Il bambino “impossibile” è il bambino che non sta mai fermo, che rompe tutto, che strilla per un nonnulla , al quale bisogna sempre stare attento che non si faccia male o che non ne faccia agli altri bambini.

Un bambino cioè con tratti di caratterialità assolutamente evidenti.

Verso i 12-14 anni il comportamento del bambino cambia completamente ed il bambino diventa “buono”.

Nella prima fase di quella infanzia il bambino sta agendo ciò che la sua coscienza ha appreso dai suoi genitori nel corso dell’imprinting infantile .

Sta agendo la condizione dissociativa ed il distacco da sé con i quali quei genitori lo hanno a loro stessi omologato.

Quel bambino “impossibile” sta urlano con i suoi comportamenti difficili la sua protesa contro il dramma al quale l’imprinting infantile castrante lo sta condannando.

Sta urlano la sua protesta ed insieme sta rappresentando ai sui genitori che lo osservano perplessi (ma da chi ha preso !!??) la loro stessa condizione psichica prevalente.

Una condizione della coscienza caotica e confusa ,priva di una guida interiore , del tutto aliena rispetto alla istintualità ed allo sviluppo psichico normale .

Verso i 12-14 anni la situazione si cronicizza.

Ciò che è stato acquisito nel corso dell’imprinting si radica e sprofonda nell’inconscio del bambino e comincia a strutturarsi nella coscienza l’adattamento possibile all’ambiente sociale.

Ciò che è sprofondato nell’inconscio agirà i suoi effetti perniciosi da lì in poi in tutta la vita ed i comportamenti del futuro adulto.

I genitori che soffrono a vedere i comportamenti alienati ed alienanti dei loro figli dovrebbero pensare di stare osservando come in uno specchio la loro stessa  condizione psichica profonda e quando si chiedono “ma da chi hanno preso ?”  dovrebbero rispondersi senza esitazione :da noi stessi !.

E dopo essersi dati la risposta rivolgersi ad uno psicoanalista individuale o di coppia .

Se loro cominceranno a mutare superando la loro condizione psichica cambieranno pressoché automaticamente anche i loro figli.

Ma occorre fare presto e non aspettare che l’adattamento della coscienza all’ambito parentale e sociale mimetizzi ed oscuri il danno inferto alla psiche di quei bambini..

 

 

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