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Cosa cerca di farci capire il mito della torre di Babele?

Cerca di dirci che PRIMA di quel mito la coscienza NON esisteva e non c'era bisogno di un traduttore da un linguaggio ad un altro.

Lavoro che è la funzione principale, attraverso diversi passaggi, di ogni coscienza che funzioni al suo meglio (cosa piuttosto rara purtroppo) .

Emulando la biologia ed i meccanismi genetici che sono evoluzionisticamente di molto anteriori.

Dopo il mito della Torre di Babele logicamente è venuto il mito di Adamo ed Eva.

Il mito che ci dice della nascita della coscienza (la ben più famosa mela rispetto a quella di Apple) che viene conquistata dal cervello femminile e veicolata nel cervello a partire dal cervello del serpente (che non a caso è uno dei simboli di un Sè arcaico).

E quel mito assegna alla donna ed al genere femminile un ruolo fondamentale (anche se a volte pesantissimo): Quello di rappresentare simbolicamente nel mondo la coscienza, di svolgere simbolicamente quel ruolo.

Ruolo simbolico prestigiosissimo ma che è all'origine dei guai che il genere femminile ha attraversato ed attraversa da sempre.

Ruolo che la fa amare sopra ogni cosa, che la fa egualmente odiare, che la fa discriminare, malgrado tutto,  quando rappresenta la coscienza dissociata (dato che questa coscienza di suo, malgrado l'intelligenza razionale che tanto inorgoglisce, non capisce nulla di VERAMENTE  importante), che la fa intensamente odiare quando rappresenta la coscienza di sè, che fa tanto desiderare di "penetrarla" (non è così ovvio, e qui il sesso non  c'entra, e quel tipo di  "penetrazione" desidera in realtà non la donna ma la coscienza), che la fa uccidere quando l'intrusione psicotica travolge la coscienza dei maschi dissociati da sè, che fa capire ai freudiani fischi per fiaschi quando parlano di Edipo  e del presunto desiderio del bambini nei confronti della madre (Basterebbe capire cosa si intende veramente  per "penetrazione" dei significati del Sè nella coscienza ) , che le impone, barbaramente, di nascondere il suo corpo ed il suo viso quando rappresenta la coscienza inconscia di sè, ecc.

                                          (scritto il 06/1/24)

 

 

 

 

 

 


 

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