L’individuo psicotico non può che dipendere dalla sua patologia.

L’individuo dissociato non può che dipendere dalla sua condizione dissociativa.

L’individuo  nevrotico non può che dipendere dalle sue nevrosi.

Qual’è lo standard di riferimento della normalità psichica ?.

Quello dell’animale che abbia integrato nella propria coscienza la realtà della sua reale natura (cosa essenziale per la sopravivenza individuale e di specie)  cosa che avviene in ogni animale  di ogni specie spontaneamente e naturalmente  con processi bioneuronali che mi sono sconosciuti.

E che negli umani avviene con gli stessi meccanismi (parrebbe piuttosto raramente) quando l’ambiente parentale infantile lo consente.

Si potrebbe allora pensare che l’individuo sano di mente  e cosciente di sé abbia conquistato l’assoluta libertà dello spirito.

Non è così.

Ciascun essere vivente , pensante o meno, non può non  dipendere dalla sua biologia, dalla sua anatomia, dai limiti funzionali del suo cervello, dai suoi istinti (quando va bene)  e così via.

L’autonomia assoluta nell’individuo non esiste.

L’assoluta autonomia del cosiddetto spirito è perciò una illusione.

La stessa in-dipendenza è perciò illusione essa stessa dato che per quanto sopra la non–dipendenza (l’in-dipendenza assoluta appunto) non esiste.

Ma tutto ciò che vuol dire ?.

Vuol dire che la psiche umana consente all’individuo autonomia ed indipendenza con  diversi livelli di intensità e a seconda della sua condizione , così come determinatasi a seguito delle esperienze infantili o a seguito della liberazione da esse generate dalla crescita psichica.

Consentirà il massimo di autonomia e di indipendenza possibile , nei limiti sopra illustrati, all’individuo cosciente di sé mentre consentirà all’individuo via via un livello sempre decrescente  di autonomia e di indipendenza tanto più severa sarà la patologia mentale che lo affligge. 

Fino all’azzeramento totale di quella autonomia  nell’individuo catatonico che vive di sola vita vegetativa.

 


 

 

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