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Il gatto si avvicina incuriosito ad un oggetto sconosciuto con una postura di grande cautela.

Si avvicina , annusa, sposta la testa a destra e a sinistra, in alto e poi in basso.

In sostanza cerca di riconoscere la natura dell’oggetto sconosciuto e capire se è una risorsa o una minaccia.

Dopo questa sceneggiata svolta con grande cautela  si avvicina risoluto:Ha riconosciuto la natura dell’oggetto e capito che non è una minaccia.

Questo approccio verso il riconoscimento dell’oggetto non è tipico dei gatti ma appartiene anche agli essere umani.

Ci si avvicina , ci si sposta da una parte e dall’altra si osserva l’oggetto da diversi punti di vista fino a quando esso non viene riconosciuto.

Sia la coscienza del gatto che quella dell’essere umano con quella postura e quei diversi  movimenti tentano di far coincidere l’immagine (visiva per l’uomo e sensorialmente più complessa per il gatto) con il SUO pattern nella coscienza .

Quando questa coincidenza avviene il riconoscimento è immediato:l’uomo dà il suo nome all’oggetto ed il gatto capisce che non è una minaccia.

E’ possibile che il processo di identificazione del significato da parte della funzione intuizione proceda nello stesso modo.

La premessa teorica , già esposta in altra parte di questo lavoro, è che i significati dell’inconscio e del Sé sia innati cioè già presenti da sempre  nella coscienza dell’individuo.Essi aspettano solo di essere attivati, vivificati dal “fuoco” dell’inconscio e degli istinti.

Che è come dire che i patterns dei significati del Sé sono innati nella coscienza umana , sono in essa presenti geneticamente.

La funzione intuizione quando accoglie un simbolo onirico testa in ogni modo possibile  il significato di quel simbolo rispetto ai tanti patterns/significati  presenti nella coscienza e quando trova la coincidenza tra significato del simbolo ed il suo pattern nella coscienza “scarica” l’insight (e l’energia del simbolo da cui la gratificazione) nella coscienza stessa:un lavoro è stato compiuto !.

Grazie ai patterns riconosciamo gli oggetti e grazie ai patterns riconosciamo noi stessi !!.

E’ ovvio che tanto più è sviluppata la funzione intuizione tanto più la ricerca in background si svolge con successo.

Se invece la funzione intuizione è scarsamente sviluppata il risultato della ricerca sarà tanto più approssimativo e lontano dal suo risultato ottimale quanto meno sviluppata sarà questa funzione.

Ovviamente la stessa cosa accade con la presa di coscienza dei significati delle esperienze vissute.

Qui la cosa è ancora più ovvia.

L’esperienza vissuta è già nella coscienza anzi essa ha contribuito insieme alle altre a formare quella parte della coscienza .

L’esperienza vissuta E’ la coscienza, E’ coscienza.

Di conseguenza la funzione intuizione, rispetto al simbolo onirico che ne rappresenta il senso, non deve fare altro che individuare l’esperienza corrispondente al significato veicolato dal simbolo che è ovviamente lo stesso del significato a suo tempo veicolato dall’esperienza vissuta.

Quando trova la coincidenza il gioco è fatto e l’individuo prende coscienza del senso dell’esperienza vissuta.

Inciso: Questa cosa della coincidenza che opera il riconoscimento rende in qualche modo conto del luogo comune in psicoanalisi secondo il quale le coincidenze non esistono .

Luogo comune peraltro assolutamente fondato.

Non esistono bisogna però dire negli eventi e nella realtà sensibile ma nel campo appena esplorato esistono e come !!.

 

 

 

 

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