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Qual è il rapporto funzionale tra esperienza infantile castrante , il significato che essa veicola nella coscienza del bambino/a e l’azione antidopaminica nel campo neuronale attinto da quel significato ?

Il fatto che l’interpretazione intuitiva di un sogno o di un simbolo onirico comporti un senso di gratificazione significa che l’interpretazione  intuitiva dei simboli onirici ha una certa conseguenza di stimolo  dopaminico nel cervello ?.

Qual è la relazione tra un tipo di coscienza fortemente castrante ed oppositiva nei confronti di qualsiasi contenuto istintuale dell’inconscio (con possibile ipotetico effetto antidopaminico) e l’insorgenza del morbo di Parkinson ?.

E qual’è la relazione tra questo tipo di coscienza ed il bisogno delle persone di assumere sostanze dopa-nti (sostanze che tendono a soddisfare il bisogno disperato di dopamina) ?.

Nel depresso la coscienza soffre la mancanza di “affetto” cioè di libido e la somministrazione di farmaci che bloccando il recettore D2 ottengono  una forte liberazione di dopamina fa  risollevare l’umore del depresso. “Affetto”, libido e dopamina sono modi diversi di definire la stessa cosa ?.

Quali modificazioni al substrato neuronale produce un imprinting infantile ostile alla crescita psichica ?.

Quali modificazioni neuronali produce una terapia analitica di successo che consenta la ripartenza del processo di crescita psichica ?.

In quali altre aree del cervello/coscienza si attiva l’effetto della suddetta terapia , sfruttando la plasticità del cervello, effetto che marginalizza progressivamente l’azione castrante dell’altro  nucleo  di coscienza strutturatisi nel corso dell’imprinting infantile castrante ?.

A quanto è dato capire dai sogni relativi parrebbe che l’effetto dell’imprinting infantile castrante da una parte tende a segregare e marginalizzare il primissimo nucleo di coscienza, nel quale sono emersi i primissimi (o forse unici) contenuti istintuali dell’inconscio (lasciando tale nucleo in una stadio di infantilismo assolutamente primitivo) e dall’altra parte strutturando nelle aree di coscienza, forse circostanti a quella, il campo di sviluppo delle protesi del falso sé.

Solo verso la fine del processo di crescita quel nucleo di coscienza originariamente segregato e marginalizzato viene integrato nella coscienza del Sé che nel frattempo  si è formata e sviluppata grazie alla terapia analitica ed eventualmente all’autoanalisi.

 

 

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