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Viene descritto da C. G. Jung sotto forma di archetipo in linea con la sua teoria dell’inconscio collettivo.

E’ possibile però una interpretazione diversa.

La coscienza dissociata può sviluppare una infinità di adattamenti possibili alla realtà, alle realtà dell’individuo.

Richiamando con ciò la ben nota plasticità del cervello.

Taluni di questi adattamenti possibili, per motivi legati alle informazioni distorte con le quali la coscienza si è strutturata nella infanzia , possono essere assolutamente inadeguati alle esigenze di sopravvivenza dell’individuo.

Ad un livello più superficiale questi adattamenti inadeguati possono creare piccoli fastidiosi problemi (tipo sbattere spesso distrattamente su qualche spigolo o essere maldestri nel prendere o posare le cose  oppure rompere frequentemente cose fragili, ecc. ecc.).

Un adattamento inadeguato alla realtà generato da una condizione dissociativa che non ha avuto modelli efficienti in tal senso può generare tratti caratteriali tipici del maldestro il quale quando cerca di riparare un  piccolo guasto provoca un danno ben peggiore del guasto che voleva riparare.

Un tratto carattere esattamente opposto e speculare a quello del bricoleur il quale invece sa usare qualsivoglia attrezzo e riparare la qualunque.

Ad un livello più profondo questo adattamento inadeguato può provocare incidenti anche gravi o rendere scarsamente efficace la capacità di sopravvivenza dell’individuo come conseguenza del fatto che la coscienza non ha integrato, non è connessa, tra gli altri, con l’istinto di sopravvivenza rimasto inconscio.

Tale forma di incoscienza può per esempio indurre gli individui ad una vita eccessivamente spericolata praticando sport estremi e pericolosi assecondando così il principio di autodistruzione che accompagna sempre il complesso di castrazione il quale sostiene ogni forma di pulsione suicidaria.

Il Briccone , questa forma di inadeguato adattamento alla realtà non fa ridere proprio per nulla.

E coloro che “il briccone” interpretano nei loro comportamenti possono veicolare, grazie alla loro comicità  e grazie al conseguente allentamento delle difese della coscienza che il ridere frequentemente provoca nell’altro, messaggi molto pericolosi per l’individuo e per la società.

 

 

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