.                  

La balena Moby Dick di Melville e la grossa fera (nel senso di grande animale ferino) , Horcynus Orca, di D’Arrigo sono due diverse rappresentazioni simboliche dell’inconscio (e sottinteso :del Cristo/del Sé).

Nella prima l’inconscio a causa del feroce attacco del complesso di castrazione (Capitan Achab ed i suoi uomini) si sviluppa un tremendo conflitto all’ultimo sangue che si conclude con la distruzione del complesso di castrazione e dei suoi sodali nella coscienza.

Il conflitto trova la sua soluzione superiore, che lo supera e lo annichilisce, nella nascita (nella rinascita del Sé) e cioè il salvamento di Ismaele grazie alla cassa da morto di Queequeg.

Nella seconda “la grossa fera” , anche qui rappresentazione simbolica dell’inconscio, dapprima temuta e disprezzata,  viene poi attaccata e scodata dalle fere  diventando così  nutriente cibo per gli affamati abitanti di Cariddi.

Parrebbe che D’Arrigo nel suo romanzo inconsciamente vedesse la castrazione (lo scodamento della grossa fera da parte delle tante fere) come un male necessario affinchè l’inconscio ed i suoi componenti possano diventare nutrimento per la coscienza ai fini della sua crescita.

 

A supporto del tema Balena/Sé/Cristo:

Poesia inedita di Stefano D’Arrigo

“Il Gran Pesce si simula aggredito

Nella rete dei precordi e non è.

Ha le bionde pinne dei Profeti.Ha

l’oro nero della Standard Oil Company.

Le squame Berenice gli dardeggia

col suo bel rosso al crine,col viola.

Curvatelo su un piatto di maiolica,

offritelo ai miei denti verdi d’alga,

il Gran Pesce, Gesù dolce scorridore.”

 

 

 

 

 

 

Torna alla home pageTorna alla pagina indici Maggio 2019