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E’ impreciso dire che la coscienza infantile nei primi mesi ed anni della sua vita  è “come se fosse” uno specchio rispetto all’ambito parentale infantile.

Essa  è in realtà un vero e proprio  specchio assolutamente passivo il quale rispecchia ed assume in sé in modo assolutamente puntuale ogni qualsivoglia significato che la comunicazione dell’ambiente rivolge ad esso:

-         Se l’ambiente parentale ama , “lo specchio” ama.

-         Se odia “lo specchio”odia .

-         Se respinge “lo specchio” respinge.

-         Se rimuove “lo specchio” rimuove.

-         Se accoglie “lo specchio” accoglie e così via.

Ma la coscienza infantile è uno specchio anche rispetto all’ambiente interiore del bambino/a e l’ambiente parentale  quindi percepisce istantaneamente , ed istantaneamente ad ciò reagisce a suo modo, ogni affioramento istintuale che in quello “specchio” dovesse apparire.

Ciò significa che “l’oggetto istintuale” che emerge istantaneamente subisce ogni volta  il trattamento accettante o respingente tipico dell’ambito.

Non esiste punto di fuga né nascondiglio possibile.

La sorte di  ciascun contenuto inconscio, quale che esso sia,  che istintivamente affiorasse alla coscienza del bambino/a, è già segnata nell’istante stesso di quell’affioramento.

Quello specchio riflette in sé l’ambito parentale e la sua comunicazione ed i suoi linguaggi.

Riflette in sé  i contenuti inconsci del bambino/a e riflette, questa volta verso l’inconscio ed il Sé del bambino/a, anche la comunicazione dell’ambito parentale.

Perciò:

-         Se l’ambiente parentale ama “lo specchio” amerà i contenuti inconsci del bambino/a.

-         Se odia “lo specchio”odierà quei contenuti .

-         Se respinge “lo specchio” li respingerà.

-         Se rimuove “lo specchio” li rimuoverà.

-         Se accoglie “lo specchio” li accoglierà.

E ciò sarà  e così sarà , per quell’individuo ,  per sempre .

E’ da presumere che se l’ambiente parentale non accetta e non accoglie le prime esperienze istintuali di sé del bambino/a lo sviluppo neuronale di quella coscienza rimarrà sempre nello stadio infantile di coscienza a  specchio e la mancata esperienza  di sé non potrà perciò modificare in questa direzione adulta lo sviluppo del substrato neuronale.

La condizione neuronale di coscienza  a specchio (completamente aperta all’ambito familiare allo scopo di sviluppare in quell’ambito ll’imprinting infantile ) non potrà evolvere verso una strutturazione neuronale adulta non potendo vivere, a causa della condizione dissociativa , l’esperienza  di sé.

E tale condizione di coscienza, anche a livello neuronale, rimarrà “infantile” anche nell’adulto.

Si può ben presumere  che la terapia, oltre ad aiutare lo sviluppo della funzione intuizione ed ampliare il patrimonio di informazioni della coscienza del paziente , indurrà modificazioni del substrato neuronale grazie al progressivo ampliamento della esperienza di sé .

La terapia quindi consente al paziente di “attraversare lo specchio di Alice” e passare dall’altra parte.

 

 

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