L’ego dell’individuo dissociato da sé ha (e non potrebbe essere altrimenti) una dipendenza coatta dalle condizione psichiche patologiche e patogeniche della sua coscienza.

L’individuo dipende coattivamente da essa così come determinata dalla sua condizione psichica patologica.

Non dovrebbe essere così.

Dovrebbe essere invece la coscienza , computer biologico di straordinaria potenza ed importanza (ma sempre macchinetta è, seppur  di lusso) a dipendere dal Sé dell’individuo e quindi dall’individuo stesso.

La condizione dissociativa, e peggio ancora il complesso di castrazione, inverte e ribalta la condizione di normalità psichica e di equilibrio mentale semplicemente impedendo la connessione tra coscienza ed istinti.

La coscienza diventa perciò macchinetta malata e schiavo passivo e coatto  di essa diventa l’individuo.

Si potrebbe descrivere quanto sopra come una lotta di potere.

La coscienza dissociata fin dall’infanzia difende con le unghie e con i denti (le sue potenti difese e le sue resistenze) il suo status quo, per quanto patologico esso possa essere  (sia agli occhi di quelli più avvertiti, sia nel seppur marginale e parzialissimo sentore dell’ego) .

Il Sé come può manifesta la sua sofferenza e quando finalmente ha il sostegno dell’ego combatte contro quello status quo patologico con tutte le armi possibili (funzione onirica e funzione intuizione).

La conclusione di questa lotta di potere all’ultimo colpo non prevede prigionieri.

 

Torna alla home pageTorna alla pagina indici Marzo 2020